E scoppia la bagarre tra la Curia e il vicesindaco del Carroccio

Un parroco difende gli immigrati e Gentilini suggerisce ai fedeli: andate a messa altrove

da Treviso

«Se i musulmani si mettono a pregare, li sgombero». Parla chiaro, come sempre, lo sceriffo della Lega Nord, Giancarlo Gentilini, vicesindaco di Treviso. Magari anche troppo. Tipo quando, dopo aver visto la scritta «Allah=Satana, il figlio di Satana è Maometto», vergata in bianco sulle serrande dell’ex supermercato di San Liberale trasformato in moschea dalla comunità islamica trevigiana in occasione del Ramadan, lo sceriffo ha commentato: «Il quartiere ha espresso la volontà popolare di respingere la preghiera dei musulmani. Queste frasi sono una risposta a certe organizzazioni che tentano di insediare nel quartiere di San Liberale un centro islamico oppure una moschea».
Ma, non contento di aver dichiarato guerra all’islam, il buon Genty adesso si ritrova contro anche la chiesa cattolica. Sì, perché non ha gradito affatto la richiesta che don Paolo Zago, parroco proprio a San Liberale, ha formulato all’amministrazione comunale di Treviso: «Date un luogo per pregare ai musulmani».
Non l’avesse mai detto. Lo sceriffo ha estratto le sue pistole dialettiche e ha fatto fuoco: «Invito i parrocchiani di San Liberale ad andare a messa da un’altra parte». Di fronte all’ennesima intemperanza verbale del leghista tutto d’un pezzo, la Curia trevigiana ha deciso di non porgere l’altra guancia. Don Giuliano Vallotto, responsabile della diocesi per i rapporti con i musulmani, non gliele ha mandate a dire. «È ora di finirla con questo Gentilini - ha dichiarato alla Tribuna - la smetta di fare il vescovo e si limiti a fare l’amministratore».
Il punto è che, per Gentilini, anche queste «raccomandazioni» rientrano nell’attività amministrativa. Poi ha telefonato a don Zago, cercando di chiarire il suo pensiero, spiegando che non ce l’aveva con lui ma con gli islamici che «rischiano di squilibrare l’intero quartiere». Ormai il danno era fatto e don Vallotto ha ribadito: «Il questore Carmine Damiano ha detto che la moschea di San Liberale non è un problema di ordine pubblico e, quindi, mi pare che sia solo un problema di ordine politico. Credo che sia arrivato il momento di far calare il sipario su questo teatrino leghista. Gentilini non è il vescovo. I musulmani hanno tutto il diritto ad avere un luogo di culto e credo che l’amministrazione comunale e tutte le parti interessate si debbano interessare per risolvere il problema».
Intanto il vescovo vero, Andrea Bruno Mazzocato, usa toni diplomatici e invita «al massimo dialogo tra le parti sempre nel rispetto della legalità». Legalità che, nei giorni scorsi, è andata un po’ a farsi benedire, almeno stando al consigliere comunale falco-leghista, Pier Antonio Fanton, che ha dichiarato di essere stato aggredito dagli stessi musulmani di San Liberale.

«Quel signore - hanno replicato - è venuto qui sputando per terra e insultando tutti noi». Bell'ambientino, insomma, si troverà la troupe di Al Jazeera, attesa domani a Villorba, altro focolaio di polemiche in salsa islamica.

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