E il «sosia» di Clooney è consigliere comunale

Sosia, si fa presto a dire sosia e imbastire il servizio con le foto del set per arrapare la casalinga di Sulmona. Gli occhiali a specchio, quelli sì, il capello brizzolato, quello pure, l’età anche, se non fosse per due annetti in più, mettici pure il giaccone ma quello te lo compri, il resto no, è rimasto a Hollywood, lo hanno perso a Laglio, chiedere conferme alla signorina Canalis, che la controfigura non se la piglierebbe nemmeno in cartolina. «Essere sosia di Clooney», un format ormai internazionale, con speciale vocazione italiana però, come l’originale del resto.
Quel che distingue semmai quest’ultimo «sosia» dall’esercito di «sosia» di Clooney è che questo «sosia» fa il politico, e lo fa a Sulmona, parecchio lontano dalla California. Gente ne ha fatto un servizio «esclusivo», con le foto in coppia del divo del caffè espresso e di Roberto Antonio Gentile, 50 anni, consigliere comunale Pdl, di mestiere ispettore di polizia penitenziaria, attualmente sostituto del divo nelle scene di spalle o da lontano dell’Americano, film che la star sta girando nella città di Sulmona, famosa per Ovidio e i confetti. Sport per femmine (noi avremmo preferito di gran lunga osservare le sosia della Canalis), la comparazione fisiognomica tra sexy star e consigliere municipale sulmonese lascia alquanto a desiderare, se non presi di spalle o da lontano. Peraltro nella scelta dei pecorini al mercato cittadino, immortalati dai fotografi, Clooney si dimostra più disinvolto con i commercianti, tra cui spicca Tiziano Bucarello, altro «sosia» di Clooney, però romano. L’altro, il consigliere Roberto Antonio Gentile da Sulmona, ha però già vinto la sua medaglia cittadina soprattutto con le elettrici, e non intende neppure fermarsi a Clooney, si estende già nel jet set, «anche perché mi dicono somigli molto di più a Richard Gere». In estate si è presentato ai provini, «poi una sera è arrivata la telefonata della produzione che mi diceva di presentarmi all’indomani. Siamo stati tutti felici». Esclude per il momento - ci informa il settimanale - una carriera cinematografica, ma si allena alla recitazione con la compagnia teatrale «Pane e ficure»: «Un futuro nel grande cinema? Non ci penso. Mi basta godermi questo momento inaspettato, meraviglioso».
Sposato con due figlie, gongola della gloria municipale, posa in foto con il vicesindaco orgoglioso, ma se la deve vedere con altri semi-George sparsi in giro per l’Italia e già segnalatisi alle cronache. In Abruzzo, finora, pare sia l’unico, ma altrove c’è la ressa, particolarmente in zona Lago di Como. Una rivista americana aveva fatto una classifica eleggendo tale Maurizio Gerosa, titolare del Bar Terme di Como, come il vero «George’s hometown clone». Il barista ha fatto pure un sito, notclooney.

com, e la tv tedesca Rtl lo ha invitato al Festival di Berlino per organizzare un faccia a faccia tra vero e copia. Trono insidiato dal maresciallo della Gdf Enzo Tondo, vice-sosia lariano. Ora ci si è messo anche il consigliere comunale Gentile. È come in Star Wars: la guerra dei cloni.

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