EasyDom NEXT, il futuro senza rompere muri

La favoletta della casa del futuro la sentiamo ripetere da molto tempo. Già il celebre architetto Le Corbusier diceva che la «casa è una macchina da abitare», facendo riferimento alla presenza della tecnologia come un elemento importante per restituire all'uomo il dominio del luogo che abita. Erano gli anni Cinquanta. Basta guardare con occhio critico le nostre abitazioni per accorgersi che questo futuro, almeno da noi, non si è ancora palesato.
Eppure qualcosa si muove. La domotica infatti non è affatto una chimera, ma una realtà fatta di chip e sensori già in grado di cambiare il nostro modo di vivere. Il loro funzionamento è piuttosto elementare: restituire all'uomo il controllo dei luoghi che abita assecondando le proprie necessità, abitudini e costumi. Siamo in auto, stiamo tornando a casa dopo il lavoro, via web con il nostro smartphone inviamo una serie di comandi alla nostra abitazione: aumentiamo la temperatura del bagno a 23 gradi perché ci faremo un tuffo nella vasca, le luci le impostiamo su una tonalità calda, scegliamo una galleria di foto di tramonti da proiettare sulle pareti del salotto, nel frattempo facciamo ritirare le tende del giardino perché ormai è buio, impostiamo un sottofondo musicale jazz, e iniziamo a decongelare l'arrosto nel microonde perché purtroppo siamo sì tecnologici ma in cucina facciamo pena.
La scenetta non è per nulla fantascienza: con l'installazione di moduli a parete già oggi è possibile regolare temperature, illuminazioni, carichi energetici e monitorare a distanza i singoli ambienti con videocamere e sensori anti-intrusione. Tutto questo lo si può fare usando spesso pannelli touch dislocati nella casa o usando tablet e smartphone con apposite applicazioni. Quello ci si può concretamente aspettare nel prossimo futuro, da cinque a dieci anni, è la progressiva democratizzazione di queste soluzioni, che via via si renderanno disponibili a prezzi competitivi anche nelle abitazioni meno esclusive. Lo dimostra la recente soluzione proposta dalla start up italiana Easydom basta sul sistema operativo di Microsoft, un software che consente di controllare le funzioni domotiche della casa in modo semplice e intuitivo. Attraverso un'interfaccia che richiama lo stile del nuovo Windows 8, è possibile usare qualsiasi dispositivo, compresa la Xbox collegata alla tv, impartendo addirittura comandi vocali per accendere o spegnere le luci o mettere in play la nostra compilation preferita.
Oltre a tali automatismi, è probabile che molti degli elettrodomestici prototipi che da anni circolano nelle fiere di settore facciano finalmente capolino nei nostri salotti e nelle nostre cucine. Gli esempi qui si sprecano: si passa dal frigorifero intelligente che ordina il latte una volta che viene consumato, al forno che riconosce il tipo di alimento da cucinare e regola automaticamente modalità e tempi di cottura. Un ruolo importante lo rivestiranno anche i nuovi materiali derivati dalle nanotecnologie che permetteranno ad esempio alle tovaglie di poter trasferire energia attraverso l'induzione per tenere calde le vivande o alimentare romantiche luci a led impreziosendo una cenetta a due. Decisamente più utili sono invece i progressi nel campo dell'eco-sostenibilità e del risparmio energetico. Le case del futuro saranno attente ai consumi e capaci di produrre energia in modo autonomo usando fonti di energia alternative o rinnovabili.

Gli esempi in questa direzione sono numerosi come la ZeroHouse messa a punto dall'architetto americano Scott Spetch, un'abitazione totalmente autosufficiente grazie all'utilizzo non solo di pannelli solari, ma anche al riciclaggio dei rifiuti organici e alla raccolta dell'acqua piovana.

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