In una normale mattinata di inverno, il cortile di Brera brulica di studenti. Al piano di sopra, il pubblico è in coda per entrare in Pinacoteca: i dati forniti dalla direzione del museo ci confermano del resto che quest'anno Brera supererà le 500mila presenze. Che l'apertura del vicino Palazzo Citterio e la nascita della Grande Brera sia ormai imminente l'inaugurazione ufficiale è fissata per il 7 dicembre, «prima della Prima della Scala» lo si comprende subito: le sale napoleoniche di Brera sono momentaneamente chiuse al pubblico per questa settimana. Il direttore generale Angelo Crespi ha trasferito lì il suo ufficio: intorno alla statua marmorea di Napoleone sono infatti già imballati e messi in sicurezza i capolavori del Novecento, quelli della collezione Jesi e Vitali, pronti al delicato trasloco a Palazzo Citterio, appena due civici accanto.
«Continuiamo a lavorare e siamo fiduciosi che tutto andrà al meglio», ci dice il direttore in riferimento ai ben noti nodi legati al necessario (e ormai urgente) incremento del personale di sala per la Grande Brera. E mentre oggi i custodi museali si riuniscono ancora in assemblea e il Minitero della Cultura convoca per lunedì prossimo un tavolo nazionale sulla questione, a Brera succede un altro piccolo grande miracolo: la Biblioteca Nazionale Braidense ha appena acquisito «La Cronaca Crespi illustrata da Leonardo da Besozzo. Un ciclo di uomini illustri in miniatura», un codice del Quattrocento di incomparabile bellezza e fascino. Il prezioso manoscritto è stato acquistato, con trattativa privata e l'intermediazione di Sotheby's, dal Ministero della Cultura per la somma di un milione di euro: «Per Brera è un momento magnifico commenta Crespi Nei giorni in cui ci apprestiamo ad aprire Palazzo Citterio, alla Braidense arriva un'acquisizione straordinaria che dimostra quanto lo Stato s'impegni ad accrescere il patrimonio pubblico. Questo codice non è solo un libro: è molto di più. In futuro mi piacerebbe poter ragionare su una mostra monografica, in relazione ad altri manoscritti presenti in Braidense e presentare il codice all'estero».
Abbiamo avuto la possibilità di vedere da vicino, l'opera che da oggi, come tutti gli altri manoscritti della Braidense, è a disposizione degli studiosi: in uno stato di conservazione perfetto, narra la storia dell'umanità attraverso trecento personaggi organizzati su trentotto facciate mirabilmente miniate. Si comincia con Adamo ed Eva, si passa per i grandi personaggi biblici come Noè, Abramo, Davide e poi al mondo greco fino ad arrivare al mitico condottiero Tamerlano. «Lo chiamiamo codice conservatissimo per l'integrità con cui giunge a noi e per la sua bellezza», spiega Claudia Daniotti, del Keble College di Oxford, che lo ha a lungo studiato. Firmato dal pittore Leonardo da Besozzo, il manoscritto è la copia di affreschi, stupefacenti ma oggi perduti, realizzati intorno al 1433 da Masolino da Panicale per il cardinale Orsini nel suo palazzo in Monte Giordano a Roma.
Datato tra il 1433 e il 1436, fu acquistato da Carlo Morbio e alla sua morte passò, insieme alla sua collezione libraria, alla figlia Giulia, sposata con Benigno Crespi, da cui il nome «Cronaca Crespi».L'acquisizione del manoscritto da parte del ministero della Cultura ha chiuso un cerchio: dopo tanti anni, il codice si riunisce al resto della Collezione Morbio già patrimonio librario della Braidense.
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