«Ho vinto la mia sfida personale e, finalmente, vivo una nuova stagione della mia vita. Fino a poche settimane fa non riuscivo a salire su un aereo e solo lidea di volare mi creava panico e uno stato di ansia che mi attanagliavano dal giorno prima. Per raggiungere mia moglie negli Stati Uniti, ad esempio, ho preso la nave, sprecando sei giorni di tempo e, dovendo affrontare numerosi viaggi per motivi di lavoro, ho iniziato a essere stufo di limitare e comprimere la mia vita solo perché affetto da attacchi di panico. Una condizione che non avrebbe potuto di certo convivere con il mio incarico istituzionale». A testimoniare che si può guarire dagli attacchi di panico, rassicurando al tempo stesso le persone che ne soffrono, è Sandro Bondi, ministro per i Beni e Attività culturali, intervenuto, ieri, nella ex chiesa di Santa Marta, alla presentazione del libro «Panico. Una bugia del cervello che può rovinarci la vita». Autori del testo, edito da Mondadori, il neurologo romano Rosario Sorrentino, artefice della «rinascita» del ministro, e la giornalista Cinzia Tani.
Sorrentino analizza il complesso pianeta della malattia, in cui orbitano tipici segnali del disturbo, come la paura improvvisa e paralizzante di respirare, il cuore che batte allimpazzata, fino alla fobia di morire. Spiega che «il panico è una vera e propria malattia scaturita di sicuro da una predisposizione genetica del soggetto, ma anche dallimpossibilità dello stesso di smaltire certi stress della vita quotidiana». «Talvolta - continua il professionista - sfocia in depressione e di sicuro crea un confine troppo labile tra il mondo reale e quello virtuale in cui il paziente crede di vivere». Il medico snocciola cifre allarmanti sulla patologia e parla di un vera e propria emergenza da risolvere: «Sono attualmente due milioni nel mondo le persone, di età compresa tra i 16 e i 45 anni, che soffrono di attacchi di panico. Numeri inquietanti. Confermano che è necessario sottoporsi a una terapia farmacologica per debellare una malattia che si può cronicizzare, impoverendo la qualità della vita e costringendo chi ne soffre a vivere in una sorta di recinto che limita la libertà personale». Cambiare la percezione multiculturale di approccio alla malattia, attraverso un percorso di ricerca e approfondimento scientifico, è lobiettivo del neurologo che lancia un appello alle istituzioni: «Propongo listituzione di un osservatorio nazionale che svolga unattività di monitoraggio della patologia, di prevenzione e ricerca, al fine di fornire delle risposte neuropsicologiche valide per fare uscire i pazienti da questa trappola infernale». Accoglie la richiesta il sottosegretario al Welfare con delega alla Salute, Ferruccio Fazio: «Anche se non è possibile costituire un osservatorio per ogni singola patologia, lo studio sui disturbi del panico possono essere certamente inseriti nel programma di monitoraggio di uno già esistente».
Inquietudine, paura e ansia sono stati percepiti nel corso della sua vita anche dallautrice femminile del libro: «Per venti anni - spiega la Tani - ho avuto paura di volare, provando le stesse sensazioni avvertite dal ministro Bondi.
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