Stefano Zecchi, storico professore di Estetica all'Università Statale di Milano, è anche scrittore e editorialista del Giornale. E, da giovedì scorso, delegato alla Cultura della città di Venezia. Zecchi era già stato assessore alla Cultura del Comune di Milano; ora il sindaco Brugnaro, che deteneva la delega, l'ha passata a lui. Si chiama, spiega Zecchi, «Progetto Futuro». Per la sua città, dove è nato nel 1945, il professor Zecchi ha già qualche progetto: «Innanzitutto, anche per sollecitazione del sindaco, un convegno internazionale su natalità e genitorialità». Poi ci sono altre iniziative che Zecchi ha in mente: «Una, di grande importanza secondo me, riguarda la Biennale di Venezia, che negli ultimi anni è stata un corpo un po' separato dalla città: per me sarebbe importante ricucire la relazione con la Biennale, per esempio facendo qualcosa di simile a quello che si organizza a Milano con il Fuori Salone». Nei Campi della città lagunare, poi, il neoassessore (o meglio «delegato») immagina poeti da tutta Italia a leggere in pubblico i loro versi: «L'idea è di creare un percorso cittadino nei diversi Campi e nei palchetti di Venezia, per far venire i poeti a declamare le loro poesie. Ovviamente serve una regia. Lo spirito è quello di invitare tutti coloro che si sentano all'altezza».
Da veneziano, Zecchi sa che questo incarico è una bella sfida: «Venezia fa cultura da mille anni, non è che dovesse aspettare me per proporre cultura... Spero di sviluppare questi progetti rendendomi degno della fiducia del sindaco. Poi per me Venezia dovrebbe aprire un Osservatorio particolare sullo sviluppo del sapere scientifico e un discorso sulla relazione tra sapere scientifico e tradizione umanistica». Un Osservatorio con tanto di dibattiti, convegni, conferenze su «temi cruciali» come «l'Intelligenza artificiale, lo sviluppo tecnologico delle comunicazioni, la medicina e lo sviluppo biotecnologico».
È del resto la storia millenaria della città: «Venezia si presta a essere una città che accoglie il dibattito internazionale sui grandi temi culturali. Inserirsi in questo movimento che è la cultura veneziana, con la sua grande bellezza, per me è affascinante. È la mia città, vedremo che cosa potrò fare in più di quel tanto che già ha».
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