Sono anni che si parla di spending review. Fin da prima che l'ormai abusato temmine inglese divenisse di moda si pontifica sulla necessità di tagli alla spesa pubblica. Eppure, nonostante i proclami di chi - da Monti in poi - è stato chiamato a rivedere il bilancio dello Stato per rispettare le richieste di Bruxelles, ben poco è stato fatto.
Lo dimostra una relazione della Corte dei Conti, secondo cui anzi nel settore pubblico negli ultimi tre anni è cresciuta la spesa per l'acquisto di carta (e la digitalizzazione?), benzina e bollette passando da 121,1 miliardi del 2011 a 135,3 miliardi del 2014. Si parla quindi di 14,2 miliardi (+11,7%). A lievitare sono state soprattutto le spese di beni e servizi delle aziende sanitarie, arrivate a 78,5 miliardi (+17,3%) e degli enti locali, che hanno raggiunto i 33,9 miliardi (+11,5%). Anche la spesa per beni e servizi ha registrato un costante incremento (+5,7% nel 2012, +4,2% nel 2013 e +1,5% nel 2014), con delle differenze tra le varie amministrazioni.
Gli enti locali hanno visto aumentare le proprie spese ogni anno, anche se con percentuali molto differenti: +1,4% nel 2012, +9,5% l’anno successivo e +0,4% nel 2014. Per le aziende sanitarie si è poi registrata una crescita del +6,2% del 2012, del +6,3% nel 2013 e infine del 3,9%. Le Regioni hanno invece alternato una riduzione del 12,5% nel 2012, a un aumento del 16,9% per poi scendere di nuovo del 13,9% lo scorso anno, fermandosi a 2,7 miliardi.
"Virtuosi", invece gli enti previdenziali che, dopo un anno di incremento della spesa (+4,6% nel 2012) e uno di variazione minima (+0,2% nel 2013), nel 2014 hanno ridotto i pagamenti del 4,5% fermandosi a 2 miliardi. Il settore statale, infine, nel 2012 aveva registrato un incremento della spesa del 19,7%, che negli anni successivi si è ridotta del 17,5% e del 4,1%, fermandosi a 13,3 miliardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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