L'allarme delle banche: "I sacrifici degli istituti si riversano su famiglie"

Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, si è scagliato contro le misure fiscali della legge di Bilancio. Perché la manovra non convince

L'allarme delle banche: "I sacrifici degli istituti si riversano su famiglie"

Anche le banche puntano il dito contro la manovra del governo giallorosso.

La posizione forte e chiara del mondo finanziario è stata ribadita dal direttore generale dell’Associazione delle banche (Abi), Giovanni Sabatini, nel corso di un’audizione nelle commissioni di Bilancio riunite di Camera e Senato sulla citata manovra. In poche parole, il messaggio è che il governo deve smetterla di trattare le banche come fossero dei bancomat in caso di necessità.

"Il mondo bancario – ha detto Sabatini - risulta ancora una volta uno dei settori maggiormente chiamati alla contribuzione alla manovra di fine anno, attraverso disposizioni che, come avvenuto già in occasione della manovra di bilancio 2019, drenano liquidità in maniera consistente e rappresentano un ulteriore sacrificio per le banche, con impatti sul loro ruolo di sostegno all'economia, a famiglie e imprese". Il riferimento, sottolinea Repubblica, è all’articolo 90 della manovra, che fa slittare la deducibilità di alcune poste fiscali previste per legge, tra cui il 12% dello stock di svalutazioni e perdite sui crediti.

Sabatini ha sottolineato come sia “è auspicabile che nel dibattito parlamentare e nel confronto con le istituzioni europee prevalgano equilibrio e realismo, tenuto conto della necessità di mantenere in ordine i conti pubblici del nostro Paese, per favorire e sostenere una stabile ripresa economica, incentivando i fattori produttivi e l'occupazione". Ci sono infatti “effetti positivi sulla finanza pubblica” che arrivano sia dal migliore andamento dei Btp sia dalla riduzione dello spread: “Questi risparmi – ha aggiunto il rappresentante Abi -possono essere utilizzati per stimolare la crescita economica".

La posizione dell’Associazione delle banche sulla manovra

Ma non è finita qui, perché le banche chiedono al governo una “riflessione” sulle modifiche alla disciplina dei Piani individuali di Risparmio (Pir) apportate con la vecchia legge di bilancio, così da “restituire allo strumento quel ruolo fondamentale per l'incentivazione del finanziamento privato all'economia reale che ne aveva caratterizzato l'introduzione". Sabatini ha poi rimarcato un fatto: "In Italia in questi anni il costo diretto della gestione delle banche in crisi sostenuto dal settore bancario è stato pari a 12,5 miliardi di euro". Uno sforzo ingente che ha consentito di “gestire senza ricorso alle risorse pubbliche stanziate dal dl 8 gennaio 2019 convertito nella legge 8 marzo 2019 e senza le tensioni sempre associate a questi eventi, ha comportato costi significativi per le banche".

Sul fronte del prelievo ai servizi digitali, prosegue Sabatini, è consigliabile “è consigliabile procedere con attenzione, considerato il rischio di distorsione della competitività che potrebbe conseguire alla scelta di ogni singolo Stato membro di introdurre una propria regolamentazione interna sull'imposizione dei servizi digitali, non armonizzata con quella degli altri ordinamenti".

Per quanto riguarda le commissioni sulle transazioni effettuate con la moneta elettronica, l’Abi sostiene che sia “un tema su cui siamo disposti ad un confronto, nei limiti che ciò sia effettivamente consentito dall'autorità

antitrust italiana e europea".

Equilibrio e realismo: è questo il binomio che dovrebbe prevalere, secondo Sabatini, sia all’interno del dibattito parlamentare sia nel confronto con le istituzione europee.

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