È il giorno della "patrimoniale" C'è la botta: chi deve pagare

Nessun rinvio per il saldo dell'imposta sugli immobili ma non tutti i proprietari sono chiamati alla cassa: escluse, infatti, alcune categorie e tutte le attività in ex zone rosse. Attenzione, però, alla "trappola" delle proroghe

È il giorno della "patrimoniale"  C'è la botta: chi deve pagare

È arrivato l'ultimo giorno per versare il saldo dell'Imu-Tasi: mercoledì 16 dicembre gli italiani sono chiamati a pagare l'imposta sulla componente immobiliare del patrimonio. Rimane invariato, come in passato, la regola che vede fuori dal pagamento la prima casa a meno che non si tratti di un immobile di pregio (categorie catastali A/1, A/8 e A/9).

Ecco le novità

La novità principale del 2020 riguarda le nuove aliquote Imu: se i Comuni non hanno comunicato nulla entro il 31 ottobre al Dipartimento delle finanze, i contribuenti possono usare quelle dell’anno passato. Per evitare che ciò accadesse, è stato fatto un proveddimento ad hoc, pochi giorni fa, con la legge 159/2020 art. 1 che ha, di fatto, prorogato i termini per l'invio telematico delle delibere al 31 dicembre 2020 e al 31 gennaio 2021 per la pubblicazione delle stesse nel sito. Come riporta IlSole24ore, tutto questo è avvenuto a ridosso della scadenza naturale del 16 dicembre per dare un certo margine ad una minoranza di Comuni "ritardatari" di ricalcorare le aliquote sull'imposta della luce e disponibili sul sito del Mef dallo scorso 16 novembre.

Alcuni esempi. In concreto, se a giugno è stato pagato il saldo, è necessario verificare se l'aliquota è sempre la stessa anche a dicembre 2020 perché i Comuni, spesso, le cambiano ma hanno tempo soltanto fino al 31 ottobre (di norma). Quindi, se l'aliquota è la stessa, non è necessario fare nulla fino a giugno 2021 ma è se cambiata bisogna calcolare e pagare la differenza. Per fare ciò bisogna andare sul sito del ministero e leggere la delibera comunale; se risulta difficile si può utilizzare il calcolatore Imu messo a disposizione da numerosi siti online, basta andare su Google e scrivere "calcolare Imu": in pochi click si hanno le risposte che ci cercano.

Invece, se a giugno è stato pagato soltanto l'acconto, il percorso è identico al controllo dell'aliquota di cui abbiamo parlato prima, quindi è sufficiente replicare l'F24 barrando saldo al posto di accanto. Discorso diverso se si è acquistata una casa nel corso dell'anno: i calcoli vanno rifatti perché il calcolatore Imu ne tiene conto considerando i mesi di possesso, se in quel mese specifico l'immobile è stato posseduto per almeno 15 giorni (art. 9 Dlgs 23/11). Se la casa è stata comprata prima del 16 giugno ed è stato versato un acconto, il 16 dicembre si pagherà per tutto questo secondo semestre. Se la casa è stata acquistata dopo il 15 giugno si pagherà solo il secondo semestre, a saldo.

Proroga per le attività, ecco il "trappolone"

Per i soggetti passivi dell’imposta, che siano anche gestori delle attività individuate dai 'codici Ateco' elencati nel Dl 137/2020 e 149/2020 (attività sportive, artistiche, di intrattenimento, cura alla persona, bar, ristoranti, altri, negozi e grandi magazzini), è stata disposta la cancellazione della seconda rata dell’Imu a cui provvederà lo Stato con versamenti ai Comuni di circa 121 milioni di Euro.

Attenzione, però, perché l'art. 1, comma 4-quinquies, D.L. n. 125/2020 proroga al 31 gennaio 2021 il termine per la pubblicazione, da parte dei comuni, sul sito del Dipartimento delle Finanze del Mef, delle aliquote e dei regolamenti concernenti i tributi comunali ed è prorogata al 31 dicembre 2020 la data entro la quale il comune deve inserire il prospetto delle aliquote Imu e il relativo regolamento sul Portale del federalismo fiscale. Ma qui c'è qualcosa che non va: "Come si potrà ben intuire, il Governo, nel consentire ai Comuni di inviare al Mef le delibere di determinazione delle aliquote Imu da applicare, entro una data – il 31/12/2020 – successiva alla scadenza del termine per il versamento (16/12/2020), obbligherà, di fatto, i cittadini a versare l'imposta senza essere messi nelle condizioni di sapere se quanto verrà versato corrisponderà a quanto effettivamente dovuto!", ci ha detto in esclusiva l'avvocato Giuseppe di Giovanni dello studio Legale Dirittissimo.

"Prevale l'interesse fiscale". A ciò, quindi, conseguirà l'obbligo del singolo cittadino di doversi, successivamente, attivare per integrare il versamento (qualora sia stato versato meno del dovuto) o per chiedere il rimborso (qualora sia stato versato più del dovuto). "Insomma, ancora una volta prevale su tutto il cosiddetto 'interesse fiscale' alla pronta e sollecita riscossione del tributo, imponendo al contribuente ulteriori adempimenti che si sarebbero potuti tranquillamente evitare, rinviando il termine per versamento del saldo a data successiva alla determinazione delle aliquote Imu", ha incalzato Di Giovanni.

Esonero per le attività in ex zone rosse

Non pagherà, invece, la seconda rata dell’Imu 2020 l'immobile ubicato nella fascia "rossa" nel periodo compreso tra l’emanazione del Dpcm del 3 novembre 2020 e la data di scadenza del versamento della seconda rata dell’Imu, vale a dire il 16 dicembre 2020 indipendentemente dalla circostanza che durante tale periodo il territorio della regione interessato passi in una fascia diversa. Come riporta un documento redatto da Ipsoa, con le Faq del 4 dicembre, il Dipartimento delle Finanze del Mef fa chiarezza sull’abolizione del versamento della prima e seconda rata IMU per l’anno 2020, in applicazione dei diversi decreti emergenziali e, in particolare, dei decreti Ristori.

Esenzioni previste dal decreto Agosto. L’art. 78, comma 1, lettera a, D.L. 14 agosto 2020, n. 104 (decreto Agosto) stabilisce che non è dovuta la seconda rata dell'IMU per tutti gli immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonchè immobili degli stabilimenti termali. In base alle disposizioni previste dall'articolo, la seconda rata non sarà pagata nemmeno per gli immobili che rientrano nella categoria catastale D/2 e le relative pertinenze, immobili degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù, dei rifugi di montagna, delle colonie marine e montane, degli affittacamere per brevi soggiorni, delle case e appartamenti per vacanze, dei bed & breakfast, dei residence e dei campeggi, a patto che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività esercitate.

Le altre esenzioni

La pandemia farà evitare il pagamento della seconda rata Imu anche agli immobili che rientrano nella categoria catastale D/3 destinati a spettacoli cinematografici, teatri e sale per concerti e spettacoli, discoteche, sale da ballo, night-club e simili, ma sempre a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate.

Imu, ma quanto ci costi?

Con il saldo del prossimo 16 dicembre si verseranno 9,9 miliardi di euro ed il gettito complessivo annuo sarà di 19,9 miliardi. Il gettito tiene conto dell'abolizione delle rate Imu, introdotte nel corso del 2020 per alcuni immobili strumentali alla produzione, individuati nei vari Decreti per contrastare la pandemia. E' quanto emerge dal Rapporto Imu 2020 elaborato dal Servizio Uil Lavoro, Coesione e Territorio. Saranno chiamati ai versamenti oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati). Il costo medio complessivo dell'Imu su una "seconda casa", situata in un capoluogo di provincia, spiega Ivana Veronese - Segretaria Confederale UIL - sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare con la rata di dicembre) con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città.

Se si prendono in considerazione i costi Imu sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), continua Ivana Veronese, sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.610 euro (1.305 euro per il saldo), con punte di oltre 6 mila euro nelle grandi città. Chi possiede una seconda pertinenza dell'abitazione principale, della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), dovrà versare l'Imu/Tasi con l'aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro di saldo), con punte di 110 euro annui.

La media dell'aliquota applicata per le seconde case tra Imu e Tasi, commenta la Veronese, ammonta al 10,5 per mille e, in molti Comuni (480 municipi di cui 18 Città capoluogo), è in vigore "la ex addizionale Tasi", fino a un massimo dello 0,8 per mille, introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l'aliquota fino all'11,4 per mille.

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