Arriva il Reddito di libertà per le donne vittime di violenza e in difficoltà economica. È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che regolamenta il funzionamento di questa nuova misura di welfare rivolta a soggetti particolarmente fragili e vittime di reato. Lo strumento di welfare, istituito negli ultimi mesi del governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte, sarà finanziato attraverso un fondo da tre milioni già ripartito tra le varie Regioni e le Province autonome. Somme a cui si potranno aggiungere eventuali finanziamenti delle Giunte regionali. Il via libera all’iniziativa è arrivato dopo il consueto lasciapassare da parte della Corte dei Conti.
Il provvedimento prevede che ad erogare e gestire la misura sia l’Inps. L’istituto di previdenza riconoscerà un assegno mensile da 400 euro alle donne in difficoltà che presenteranno l’istanza attraverso un’autocertificazione e la modulistica che dovrà essere predisposta dall’ente. Per poter usufruire del trattamento – che non potrà superare i dodici mesi – occorrerà versare in uno stato di “particolare vulnerabilità e povertà” ed essere inserite in un percorso di “fuoriuscita dalla violenza” attivato dai Centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali degli Enti locali. La domanda da presentare all’Inps dovrà quindi essere corredata dalla documentazione dei servizi sociali in cui si attesta lo stato di bisogno e le condizioni di particolare fragilità. Indispensabile che gli atti – solitamente firmati dagli assistenti sociali dei comuni – evidenzino “lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente”.
Il trattamento si potrà sommare anche ad altre prestazioni riconosciute dall’Inps o da altre amministrazioni. Un comma del provvedimento pubblicato in Gazzetta è chiaro e si collega direttamente al tema del riconoscimento del Reddito di cittadinanza a chi versa in condizioni di particolare bisogno: “Il Reddito di libertaè è finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l'autonomia abitativa e la riacquisizione dell'autonomia personale nonché il percorso scolastico e formativo dei/delle figli/figlie minori e non è incompatibile con altri strumenti di sostegno come il Reddito di cittadinanza”.
Spetterà all’Inps anche la vigilanza sulla legittimità delle domande e sulle condizioni delle donne a cui verrà riconosciuto il trattamento. Il decreto attuativò conferisce all’Ente la facoltà di revocare la liquidazione qualora intervengano “motivi ostativi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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