Austria, spunta la petizione per uscire dall'Unione Europea

Il ministro degli Interni austriaco ha accettato il "principio dell'iniziativa popolare" per chiedere l'uscita di Vienna dall'Ue

Austria, spunta la petizione per uscire dall'Unione Europea

Un'altra bomba nel cuore dell'Europa. Dopo i venti di addio all'ue che arrivano da Londra, adesso anche l'Austria prova a cercare la strada per uscire dall'Ue. Il ministro degli Interni austriaco ha accettato il "principio dell'iniziativa popolare" per chiedere l'uscita dell'Austria dall'Ue. Dopo la presentazione di 10mila firme valide, fra il 24 giugno e 1 luglio 2015 gli austriaci potranno esprimere nei loro comuni di residenza la volontà di restare o meno nell'Ue. Così nel testo della petizione gli austriaci puntano il dito contro Bruxelles: "Vogliamo nuovamente vivere in un paese libero e neutrale, senza essere una colonia di Bruxelles e di Washington. Non vogliamo essere coinvolti in conflitti all’estero che non ci riguardano e che rappresentano un pericolo per la pace. Solamente uscendo dall’UE potremo sfuggire ai famosi accordi transatlantici di libero scambio tra Europa e Stati Uniti (TTIP) e il Canada (CETA). L’Austria recupera solo una piccola parte dei miliardi di euro che ogni anno servono alla promozione dell’UE. Di questi pagamenti annui siamo contribuenti netti da 20 anni ma non abbiamo alcun potere decisionale riguardo l’utilizzo di questi soldi.

Essere uno Stato membro dell’Unione europea è un affare in perdita, sia per la diminuzione delle prestazioni sociali, sia per il calo degli investimenti dello Stato a favore della popolazione. Se l’Austria uscisse dall’UE, non solo risparmierebbe cospicui contributi annui, ma anche i pagamenti per i diversi fondi di salvataggio dell’euro.

Gli obblighi di deposito miliardari per il Meccanismo europeo di stabilità e le enormi garanzie per il Fondo europeo di stabilità finanziaria sarebbero soppressi”. Nel caso in cui si superino le 100mila adesioni il Parlamento dovrà discutere il testo con priorità assoluta oppure indire un referendum.


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