Azioni digital value +156,4% e non è ancora finita

Il gioco che si sta sviluppando sui mercati è vecchio come il mondo: l’inflazione rialza la testa, i tassi di interesse seguono ma per fortuna non si abbassa la forbice del rendimento dell’azionario

Azioni digital value +156,4% e non è ancora finita

Il trend di un mercato è lento a cambiare direzione. Dobbiamo tenere presente questo quando analizziamo la situazione attuale del mercato. E se è lento a cambiare significa che dobbiamo dire che il trend è al rialzo anche quando ci sono delle increspature al ribasso come in questo momento. Le probabilità di fare bella figura infatti sono elevate perché poi il trend al rialzo riparte.

Il gioco che si sta sviluppando sui mercati è vecchio come il mondo: l’inflazione rialza la testa, i tassi di interesse seguono ma per fortuna non si abbassa la forbice del rendimento dell’azionario. Ero un giovane cronista di borsa appassionato di analisi tecnica ed un giorno ebbi la fortuna di intervistare un gestore di Milano: invece di parlare di trend e di trendline lui mi sottopose un grafico che da allora è diventato il mio punto di riferimento. Mi sottopose l’equity risk premium ovvero il tasso di rendimento richiesto dagli investitori per investire in azioni. Da allora l’ho sempre tenuto in mente come l’ago della bussola dei mercati.

Come si misura l’equity risk premium? Ci sono diversi modi e per questo noi ci limitiamo alla teoria: il rendimento richiesto dagli investitori in azioni meno il rendimento richiesto dagli investitori in obbligazioni. Quando il rendimento delle azioni sovrasta quello delle obbligazioni i mercati salgono. Quando la gamba che dà la differenza, quella delle obbligazioni, sale si riduce ovviamente la convenienza ad investire in azioni. Ma non scompare, perché o l’aumento del rendimento delle obbligazioni è minimo oppure magari la gamba delle azioni aumenta anch’essa e tutto rimane come prima. Noi siamo nel primo caso, è vero che il rendimento delle obbligazioni, spinto dalle attese dell’inflazione, è aumentato ma il rendimento delle azioni rimane ai massimi storici. Quindi non è cambiato niente. Il grafico che segue dimostra che le azioni dell’SP500 sono ancora relativamente attraenti rispetto alle obbligazioni USA (Treasuries a 10 anni). Storicamente un premio di 300 basis points ( 1 basis points = 0.01% ) ha significato in passato un incremento del 14.4% nei 12 mesi successivi dell’Sp500.

Grafico 1 Tomasini 3/10/21


Ormai negli USA tutti vedono una inflazione al 3% e il grafico che segue con le previsioni di Blackrock lo dimostra:

Grafico 2 Tomasini 3/10/21


Quindi diciamo che la seconda gamba della differenza su cui è costruito l’equity risk premium è al rialzo ma non sappiamo come reagisce la prima gamba. Il ribasso potrebbe quindi essere momentaneo. E’ evidente che in base al principio economico che “non può piovere per sempre” alla fine i tassi delle obbligazioni andranno al rialzo. E proprio per motivare questa massima economica il grafico che segue illustra come in termini di obbligazioni corporate private rispetto valore di mercato del capitale azionario siamo su un minimo storico:

Grafico 3 Tomasini 3/10/21

A livello di indice italiano francamente mi sembra che tranne nel caso della botta al ribasso del 20 ultimo scorso il mercato non stia andando da nessuna parte anzi stia costruendo un triangolo di congestione. E lo scrivo questo perché mi sarei aspettato che il 21 si fossero aperte le cateratte dell’inferno ed invece il mercato ha recuperato il gap di strappo che aveva fatto. Siamo ad ottobre e stagionalmente i mercati si riposano prima della corsa natalizia. Quindi non perdiamo la speranza semplicemente perché le speranze sono probabilisticamente dalla nostra parte (che non significa che sono certezza).

Grafico 4 Tomasini 3/10/21

Ma veniamo all’appuntamento settimanale con ITI, il nostro indice proprietario che assegna un peso a ciascuna delle azioni italiane in base alla sua capacità di performare al rialzo in maniera stabile. In altre parole ITI seleziona quelle azioni che negli ultimi 6 mesi almeno sono cresciute similmente ad una retta a 45 gradi, che è il sogno di ciascun investitore: compra l’azione e ogni giorno ti metti in tasca una percentuale di utile senza nessuna oscillazione. Puntare sulla stabilità per non perdere mai di vista l’obiettivo. Non è difficile da capire: tutto ciò che è resistente è automaticamente meglio di ciò che non lo è. C’è chi cerca una sorta di stabilità per tutta la vita senza riuscirci mai, e c’è chi invece trova in fretta un rifugio di pace e serenità. Qui all’Indipendente di Borsa il nostro rifugio è solo uno, l’ITI. Un prezioso strumento che speriamo che ormai abbiate imparato a conoscere e che potete trovare free ogni giorno alle ore 19.30 clicca qui.

E come ogni cosa stabile, settimana dopo settimana l’Independent Trend Index non è interessato da enormi cambiamenti. Qualche novità nei posizionamenti dei titoli c’è così come qualche nuovo arrivo, ma la verità è che col tempo abbiamo imparato a familiarizzare con quelle azioni che non si decidono ad abbandonare la classifica. Uno tra tutti, il più lampante, è azioni Ediliziacrobatica, a cui abbiamo dedicato uno scorso editoriale e di cui abbiamo iniziato a parlare prima dell’estate. Dopo aver registrato una crescita, da aprile, di oltre il 250% oggi è ancora in vetta alla classifica. Casualità o ITI? E quindi continuiamo su questo fortunato filone parlando di un’altra azione presente da tempo nel ranking che abbiamo segnalato più volte anche in passato su queste colonne e sempre nella classifica di ITI: azioni Digital360.

Grafico 5 Tomasini 3/10/21

Il titolo è già comparso diverse volte nelle nostre pagine e abbiamo iniziato a parlarne nel novembre 2020. Non continuiamo per non annoiarvi, ma il punto è questo: a fine 2020 chi mai avrebbe potuto prevedere un rialzo a tripla cifra? L’ITI sì.

Grafico 6 Tomasini 3/10/21

Il titolo, “fortunato” da inizio anno, ha fatto un salto impressionante nel corso dell’estate registrando un balzo di prezzi e volumi non indifferente. Se da gennaio a oggi la crescita dei prezzi è stata del 156,4%, solo da luglio la percentuale è del 107,1%. Un andamento così positivo che ha anche portato, pochi giorni fa, alla rottura dei massimi storici.

La società, attiva nel settore della consulenza informatica, a fine settembre ha comunicato i risultati del primo semestre dell’anno in corso, chiuso con ricavi per 16,2 milioni di euro (in aumento del 28% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). A fine giugno, inoltre, l’indebitamento netto era sceso a 0,3 milioni dai 1,4 milioni di inizio anno.

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