Borsa, la paura della crisi frena le nuove quotazioni

Plenitude ha rinviato a causa dei listini in burrasca. Ma Porsche è pronta e Prada guarda anche a Milano

Borsa, la paura della crisi frena le nuove quotazioni

Jackson Hole lascia in bilico le Ipo d'autunno. «Gli sforzi per ridurre l'inflazione si tradurranno in dolori per l'economia», ha detto il presidente della Fed, Jerome Powell, nell'atteso discorso annuale al simposio di fine agosto. In questo contesto, con le banche centrali che tentano con il rialzo dei tassi di tenere sotto controllo «il carovita», sono diverse le quotazioni in standby che dovranno sfidare la volatilità d'autunno o scegliere, in extremis, di rinviare al 2023 lo sbarco in Borsa. Quest'ultima è una strada scelta per ottenere risorse fresche per investimenti e sviluppo. Da Prada (che dopo Hong Kong vuole approdare a Milano) a Plenitude, passando per Nucera ed Epta, sono diversi i prospetti informativi pronti per trovare finestre utili alla quotazione. D'altra parte, il 2022 già rischia di rivelarsi l'anno peggiore da decenni per il mercato delle initial public offering, lasciando a decine di aziende la sola possibilità di bruciare liquidità in attesa che le Borse migliorino.

Negli Stati Uniti, per esempio, le Ipo tradizionali hanno raccolto finora solo 5,1 miliardi di dollari rispetto ai 33 miliardi di media degli ultimi decenni, dal 1995. L'ultimo anno in cui il livello è stato così basso è stato il 2009, quando gli Stati Uniti erano alle prese con la crisi finanziaria.

In Europa le cose vanno un po' meglio, anche se a marzo erano ai minimi da 20 anni, ma i prossimi mesi saranno cruciali.

In primis, per Porsche che venerdì ha annunciato una quotazione che si preannuncia come una delle più grandi in Borsa nella storia europea. Volkswagen, che detiene l'intero capitale del produttore di auto di lusso, si è assicurata la presenza di una domanda sufficiente a coprire l'intera offerta, con valutazioni comprese tra i 60 e gli 85 miliardi di euro. In assenza di improvvisi shock sul mercato, l'operazione dovrebbe avere il via libera ufficiale a settembre.

Prada, dal canto suo, sta studiando la doppia quotazione e guarda a Milano. Nel presentare al mercato i risultati del primo semestre, il presidente Paolo Zannoni ha ventilato la possibilità che dopo Hong Kong il gruppo possa sbarcare anche a Piazza Affari: «Per la nostra struttura societaria e per la nostra eredità il dual listing è sempre stato un'opzione sul tavolo». Prada è quotata dal 2011 a Hong Kong, dove capitalizza circa 14 miliardi.

Appesa alle condizioni di mercato anche Plenitude. A fine 2021, in occasione della presentazione del piano industriale di Eni, la controllante, si era ipotizzato un valore di 8-10 miliardi, con l'opzione di quotarne il 20-30%. L'operazione, rinviata a giugno, consentirà di attrarre nuovi flussi di capitale per il gruppo guidato da Claudio Descalzi, massimizzando il valore di mercato di Plenitude che di fatto si occupa di transizione energetica: rinnovabili e il mercato luce e gas ne compongono il business.

Nucera, la joint venture tra il colosso tedesco Thyssenkrupp (66%) e la società italiana De Nora (34%) puntava a quotarsi quest'estate. Nucera è il primo fornitore al mondo di tecnologie a membrana cloro-soda, usate per produrre idrogeno. Il maggiore azionista, specializzato nella lavorazione dell'acciaio, punterebbe a valorizzare una quota di circa il 10-20% sulla base di un range di valutazione tra 3 e i 6 miliardi, secondo la valutazione degli analisti. Infine, Epta, il gruppo italiano attivo nella refrigerazione commerciale, ha congelato l'Ipo fino a settembre. A inizio giugno l'azienda guidata da Marco Nocivelli stava valutando di quotarsi su Borsa Italiana con un obiettivo di enterprise value pari a 1,8 miliardi di euro. Per Milano di tratterebbe di operazioni importanti visto che al secondo trimestre del 2022 registrava solo 7 operazioni (in calo del 30%).

Allargando lo sguardo a fuori dall'Italia, il 20 giugno Abb

(multinazionale svizzero-svedese operante nella robotica, nell'energia e nell'automazione) ha deciso di rimandare l'offerta pubblica iniziale della sua attività di mobilità elettrica, ma resta un'ipotesi a breve termine.

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