La burocrazia delle mense biologiche

Un fondo assegna 5 milioni: per ogni beneficiario 14 cent

La burocrazia delle mense biologiche

Con un Decreto di luglio 2022 del Ministero delle Politiche agricole è stata approvata la ripartizione della quota di 5 milioni assegnata nel 2022 al Fondo per le mense scolastiche biologiche, sulla base del numero dei beneficiari del servizio di mensa scolastica biologica presenti in ciascuna regione e provincia autonoma riportati al 31 marzo nell'elenco delle stazioni appaltanti e dei soggetti eroganti il servizio di mensa scolastica nonché sulla base della popolazione scolastica accertata dal ministero dell'Istruzione. Il Fondo è destinato per l'86%, a ridurre i costi a carico dei beneficiari del servizio di mensa scolastica biologica e per il 14% a realizzare iniziative di informazione e di educazione alimentare in agricoltura biologica e di accompagnamento al servizio di refezione. Considerando che le mense scolastiche biologiche riconosciute risultano essere 1.300 circa, è evidente che siano andati alle mense di cui trattasi poco più di 3 mila euro ciascuna. Mentre certamente meglio stanno le iniziative di informazione e educazione alimentare. Quanto ai beneficiari (30,6 milioni) sulla quota dell'86%, a ciascuno di essi sarebbero andati euro 0,1404. Ai beneficiari (7,6 milioni) sulla quota del 14%, invece, sarebbero andati euro 0,091. La Gazzetta Ufficiale reca l'elenco delle mense scolastiche beneficiarie di tutta Italia.

A questo punto viene però spontanea una domanda: ma ha senso che la ripartizione di 4,3 milioni di euro possa comportare un travaglio, una complicazione, un impegno di decine e decine di persone (per non dire centinaia) come chiaramente risulta si siano dedicate alla ripartizione accennata?

Ma cosa è venuta a costare allo Stato - foss'anche solo per la stampa in Gazzetta e per il tempo impiegato (se il tempo ha ancora un valore) - una procedura come questa che, in pratica, per l'86% finirà in un rivolo di cui neppure si accorgeranno? E tra firmatari, istruttori, preparatori, consultori, informatici, minutanti e così via, nessuno ha fatto una riflessione del genere? E allora, quanti altri procedimenti assurdi come questo saranno allo stato previsti dalle nostre normative?

C'è da rabbrividire specie in correlazione all'entità delle imposte, tasse e contributi - ma soprattutto da essere desolati, spiegandoci peraltro perché gran parte dei cambiamenti epocali siano avvenuti - nella storia, dalla caduta dell'Impero romano in poi - quando ad un certo punto chi paga le tasse non ce la fa più a mantenere una burocrazia strapotente-prepotente ed accidiosa, che neppure pensa minimamente a come non gravare, anche con procedimenti senza capo

né coda come quello in commento, su chi lavora e produce. Senza meravigliarsi, naturalmente, che la gente passava dalla cittadinanza romana a quella dei longobardi, dove si pagava meno.

*presidente centro studi ConfedilizIa

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