Carige torna in pista e complica i giochi

Crollano le valutazioni: a rischio le nozze con Cassa Centrale e, a ruota, il futuro di Mps

Carige torna in pista e complica i giochi

Il risiko bancario riparte da Genova e, a cascata, è destinato a travolgere l'intero settore. Lunedì, secondo indiscrezioni raccolte da Radiocor, dovrebbe tenersi il cda risolutivo di Cassa Centrale Banca, l'istituto trentino titolare delll'8,3% di Carige e con l'opzione a rilevare l'80% della banca ligure in mano al Fondo Interbancario (Fitd). Quello che avrebbe dovuto essere il cavaliere bianco di Carige sembra orientato a prendere altre direzioni (in particolare quella verso Iccrea), liberando con una proposta irricevibile l'Fitd che, a sua volta, con il cda in agenda il 17 marzo, potrebbe aprirsi ad altri interlocutori.

Tra questi, alcuni operatori di mercato vedono anche il neo Gruppo Bancario Mediocredito Centrale (a cui fanno riferimento Popolare di Bari e Cassa di Orvieto) che ieri ha ricevuto il via libera di Bankitalia all'iscrizione all'albo. Ma l'attenzione si concentra soprattutto su Unicredit che, attraverso lo Schema Volontario dell'Fitd, è stata tra i maggiori contribuenti del salvataggio di Carige e, considerando il profondo rosso dell'istituto ligure (251,6 milioni di perdite riportate tra la fine dell'amministrazione controllata e dicembre 2020), potrebbe comunque essere chiamata a rimettere mano al portafoglio.

Certo la tempistica non aiuta. L'impegno finanziario e di gestione di un'eventuale mossa di Unicredit non impedirebbe al Tesoro di portare avanti le trattative per l'agognata integrazione di Piazza Gae Aulenti con Mps (di cui il Mef è azionista al 64%). Ma lo scenario si complicherebbe ulteriormente. Mps è un asset non investibile. E non solo perché dalla pubblicazione del bilancio, attesa a inizio settimana, potrebbero emergere rischi sulla continuità aziendale- sostiene Giuseppe Bivona, partner del fondo BlueBell, a sua volta azionista in Mps e Unicredit. -. Ritengo che l'istituto senese abbia un rischio di esecuzione elevato in relazione al piano di salvataggio del 2017 e di cui la Commissione Ue potrebbe chiedere conto. Unicredit ha un forte potenziale e diverse alternative di crescita migliori.

Sul mercato non manca chi scommette su un possibile avvicinamento tra Unicredit e Banca Popolare di Milano. Dopo le avance a mezzo stampa di Carlo Cimbri, ad di Unipol (azionista di maggioranza relativa di Bper con il 20% del capitale), in direzione del Banco, la sensazione in Piazza Affari è che ci sia stato un rallentamento delle trattative causato dal processo di integrazione degli sportelli di Ubi in Bper forse più complesso del previsto. Con la nomina di Andrea Orcell alla guida di Unicredit il prossimo del 15 aprile, ripartiranno i giochi. E chi si muoverà per primo potrà scegliere commenta Alberto Artoni, portfolio manager di AcomeA sgr. L'M&A è favorito da uno scenario senza precedenti dovuto alla maggiore flessibilità dei regolatori, alle valutazioni rasoterra e ai crediti fiscali introdotti dal governo sostiene poi Deutsche Bank, indica tra i possibili candidati alle nozze Mediobanca relativamente piccola ma molto redditizia. Il partner ideale? Per DB è sempre Unicredit.

Ma non solo.

Il prossimo giro di danze tra le banche italiane, a giudizio di DB, potrebbe coinvolgere anche operatori stranieri. Con gli oltre 200 miliardi in arrivo in Italia dall'Europa grazie al Recovery Fund, il protezionismo nel settore finanziario potrebbe essere arrivato alla fine conclude DB.

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