Una "bomba" sulle buste paga. Perché i soldi possono finire

All’interno del dl sulla cassa integrazione vi è una clausola che stabilisce lo stop dei pagamenti se i fondi stanziati dovessero esaurirsi

Una "bomba" sulle buste paga. Perché i soldi possono finire

La cassa integrazione resta al centro del dibattito politico. E non potrebbe essere altrimenti. In Italia, infatti, già si avvertono i primi segnali della crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria. Per evitare un disastro è necessario che il governo metta in campo tutti gli aiuti necessari per famiglie e imprese. Nei giorni scorsi l’Inps ha comunicato di aver «sostanzialmente liquidato» tutte le richieste di cig ricevute sino al 14 maggio (5.068.425 di prestazioni già pagate e 123.542 ancora da liquidare). Il governo, a sua volta, è intervenuto per mette una toppa al decreto Rilancio e ha allungato di 4 settimane la possibilità per imprese e lavoratori di usufruire della prestazione economica.

Emergono, però, nuovi dettagli rispetto a quanto previsto all’interno del recente decreto, con il quale è stata estesa la possibilità di fruire immediatamente di tutte le 18 settimane previste per fare fronte all’emergenza coronavirus. Il dl consente l’integrazione salariale senza soluzione di continuità anche se 14 settimane risultano già esaurite. In pratica, alle aziende è permesso di fare ricorso immediato anche alle 4 settimane aggiuntive, previste per i mesi di settembre ed ottobre, previste con il recente decreto rilancio. Non sono giorni in più di cassa integrazione pagati dallo Stato ma si tratta semplicemente di un’anticipazione rispetto al pagamento previsto a settembre e ottobre. Tale anticipazione vale per l’assegno ordinario, la cassa integrazione straordinaria e la cassa integrazione in deroga.

Ma nel testo, come spiega ilMessaggero, vi è una clausola di salvaguardia legata ai fondi stanziati: qualora le risorse dovessero esaurirsi, si fermeranno di conseguenza i pagamenti. Questi saranno di nuovo erogati solo quando saranno stanziate nuove risorse. Il monitoraggio della spesa è stato affidato all’Inps che provvederà ad eseguire i flussi tenendo conto del tetto di spesa previsto all’interno dei precedenti decreti. L’ente previdenziale dovrà aggiornare costantemente i ministeri del Lavoro e dell’Economia in merito all’andamento delle richieste e all’avvicinarsi dei limiti di spesa. (Qui il testo del decreto in Gazzetta Ufficiale)

Per capire come si evolverà la situazione è necessario aspettare le prossime settimane. Di certo la notizia non farà felice quanti faticano ad arrivare a fine mese.

Le attuali stime tecniche indicano che le misure previste all’interno del dl Cig potrebbero coinvolgere più di un milione di lavoratori mentre lo stanziamento legato al provvedimento è invece stimato attorno al miliardo di euro. L’Inps non potrà emettere in autonomia ulteriori provvedimenti concessori una volta superati i limiti di spesa imposti con i diversi decreti.

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