Cinque cose da sapere sui controlli fiscali sui conti correnti

Dallo scorso 30 giugno le banche forniranno al Fisco i dati dei correntisti. Il periodo su cui hanno dovuto riferire le banche rilasciare i dati gli istituti bancari riguarda gli anni 2014, 2013, 2012 e 2011

Cinque cose da sapere sui controlli fiscali sui conti correnti

Dallo scorso 30 giugno le banche forniranno al Fisco i dati dei correntisti. Il periodo su cui hanno dovuto riferire le banche rilasciare i dati gli istituti bancari riguarda gli anni 2014, 2013, 2012 e 2011. I controlli sui dati sono scattati, come è noto, con la norma dell’ultima legge di Stabilità, resa operativa con un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa viene controllato - Sotto gli occhi del Fisco arriveranno i versamenti, i prelievi, i rapporti fiduciari, ma anche i certificati di deposito, i buoni fruttiferi, le carte di credito e di debito, gli accessi alle cassette di sicurezza e vendita e anche sugli acquisti di oro e metalli preziosi. Inoltre di fatto verranno rilevati gli importi delle somme a credito nel corso di un anno. Il controllo scatta indipendentemente dal nuomero di giorni in cui il deposito o conto risultano attivi.

Perché controllare - Il nuovo grande fratello fiscale, nasce dall'esigenza, da parte dell'erario, di stanare i furbetti che svuotano il conto il 31 dicembre per poi riempirlo l'1 gennaio e dimostrate così che nell'anno precedente non era detenuta sul conto nessuna somma. Da qui scatterebbero le richieste per le3 prestazioni aegvolate a cui di fatto non avrebbe diritto, come ricorda affaritaliani.it. In questo modo, con i nuovi controlli, i dati vengono immediatamente trasferiti all'Inps che può calcoalre l'indicatore Isee molto più velocemente.

L'Isee - Secondo le cifre fornite dalla Cisl sulle sui dati trimestrali del nuovo Isee che sono stati dichiarati dal ministero del Lavoro, nel 2015 la componente patrimoniale, proprio i depositi e gli investimenti finanziari è raddoppiata. Di fatto si passa da meno di un settimo, ovvero 13,6 per cento a più di un quinto, 20,5 per cento. In questo modo i tecnici dell'erario hanno evidenziato un'emersione di patrimoni mai dichiarati fino a questo momento.

Cosa cambia - Finora i dati venivano incrociati solo con il Redditimetro. Adesso con la superangrafe fiscale i controlli saranno più stretti e quindi dovrebbero, secondo il Fisco, prevenire in modo più concreto il rischio evasione. Le operazioni sospette saranno più facilmente individuabili dal Fisco. Su questo fronte le parole del presidnete dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi sono emblematiche: "Niente più blitz clamorosi per stanare gli evasori fiscali, è più semplice chiedere di avere maggiore accesso ai conti correnti bancari”.

Privacy - Su questi controlli è scattata l'allarme privacy.

Su questo punto, Benedetto Santacroce, avvocato tributarista fa chiarezza: "Per rispondere alle chiare osservazioni che erano state fatte in passato dal Garante della privacy – spiega ad affaritaliani– se prima lo scambio delle informazioni aveva lo scopo di selezionare singoli contribuenti che presentavano evidenti anomalie fiscali, adesso ci si concentrerà a elaborare i dati per masse individuando e monitorando i comportamenti a rischio”

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