La coperta è corta. Le coperture economiche per la legge di stabilità sono strette. Anzi, strettissime. Così l'intervento sulla flessibilità in uscita per le pensioni rischia di diventare "mini". Sarà, infatti, riservata soltanto a casi o categorie ben specifiche. Ad appena due settimane dalla messa a punto della legge di stabilità, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è ancora alla ricerca del punto di equilibrio tra la volontà di trovare "una soluzione definitiva" agli esodati, estendere la cosiddetta opzione donna e ritoccare le rigidità della legge Fornero, senza pesare troppo su conti pubblici da una parte e lavoratori dall’altra.
Il problema è che per Matteo Renzi le pensioni sono soltanto uno dei punti chiave della manovra e al momento non rappresentano la priorità. Il primo impegno del governo è quello di far diminuire la pressione fiscale: oltre a evitare che scattino le clausole di salvaguardia, che si abbatterebbero sugli italiani come 16,8 miliardi di nuove tasse, il premier dovrà trovare i soldi per eliminare la Tasi e l'Imu agricola e sugli imbullonati. Un'operazione che vale 4,5 miliardi di euro. Solo con queste due misure il conto della manovra rischia di lievitare a 21,3 miliardi. Una cifra tutto sommato raggiungibile tra spending review, che dovrebbe fermarsi a 6-7 miliardi, e flessibilità sul deficit grazie alla clausola sulle riforme e a quella sugli investimenti che dovrebbe valere circa 14 miliardi (al netto dello spazio - ancora tutto da valutare - sugli immigrati).
Per Renzi i problemi sorgono proprio sulla clausola per gli investimenti dal momento che la flessibilità obbliga il governo a spendere le risorse per confinanziare investimenti in opere ed infrastrutture. "Alle risorse per Tasi e disinnesco degli aumenti di Iva e accise va inoltre aggiunta un’altra lunga lista di esborsi - spiegano dal ministero dell'Economia - 500 milioni strutturali di adeguamento delle pensioni dopo la sentenza della Consulta, 350 milioni di ecobonus confermati da Graziano Delrio, necessario rinnovo (anche in questo caso probabilmente limitato al minimo indispensabile) dei contratti dei dipendenti pubblici, 200-300 milioni per la revisione del forfait per le partite Iva, sgravi per il Sud e probabilmente per le imprese che investono in ricerca ed innovazione, in alternativa al rinnovo, seppur parziale, della decontribuzione per i nuovi assunti". Renzi si affida agli introiti della voluntary disclosure che Padoan ha stimato intorno a 3 miliardi di euro. Ma oltre 700 milioni verranno utilizzati già quest’anno a copertura del mancato gettito della reverse charge, mentre gli altri incassi, in quanto una tantum, dovranno essere destinati a misure limitate nel tempo, per esempio ad investimenti immediati o a sgravi di un solo anno. Altri 800 milioni potrebbero, poi, arrivare dalla modifica del sistema di tassazione sui giochi, settore rimasto "pendente" dalla delega fiscale.
Come ha spiegato lo stesso Padoan nei giorni scorsi, anche la soluzione per gli esodati dovrà essere "coperta". Se è vero infatti che le risorse residue dalle precedenti salvaguardie ci sono ancora e potranno essere utilizzate una volta sbloccate, è vero anche che negli anni passati sono andate automaticamente a ridurre il deficit. La destinazione ad altri fini comporterà quindi, a livello contabile, un aggravio dell’indebitamento netto che dovrà essere colmato.
"Si potrebbe inserire gli esodati nel nuovo possibile intervento sulla flessibilità in uscita - propone il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta - è un sistema che costa molto ma avrebbe dei vantaggi sociali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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