Crisi, il grido di allarme di Confindustria: "Fisco punitivo, siamo sull'orlo del baratro"

All'assemblea degli industriali, Squinzi lancia l'allarme: "Il nord è sull’orlo di un baratro che trascinerebbe tutto il Paese indietro di mezzo secolo"

Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi

Un grido d'allarme. Il tessuto industriale è in profonda sofferenza. Il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, lo ha sottolineato Dopo aver parlato delle "debolezza strutturali" del Mezzogiorno, "una parte del Paese in cui lo sforzo per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione assume le caratteristiche di una vera e propria sfida per la sopravvivenza", il leader della Confindustria Giorgio Squinzi ha avvertito che anche il nord del Paese è "sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta". E, all'assemblea degli industriali, Squinzi assicura l'appoggio al premier Enrico Letta e al governo di larghe intese, ma chiede un piano economico che traghetti il Belpaese fuori dalla pesante recessione che lo sta affondando: "L’obiettivo deve ora essere uno solo: tornare a crescere".

Adesso che l'Italia ha un governo saldo, formato dall'unione di forze politiche che hanno messo da parte le tensioni per il bene dell'Italia, gli industriali chiedono di mettere in cantiere un piano economico che faccia rialzare la testa a quello che è sempre stato uno dei Paesi più produttivi del mondo. "Ci aspetta un grande impegno comune: fare una nuova Italia, europea, moderna aperta", ha detto chiaramente Squinzi ricordando a Letta, che era presente all'assemblea, che "le riforme non sono più rinviabili". Da qui la garanzia: "Se questo sarà il governo della crescita noi lo sosterremo con tutte le nostre forze". E il punto di partenza, come annunciato dallo stesso premier ieri al Consiglio europeo, deve essere il lavoro. Se da una parte è necessario ridurre il cuneo fiscale eliminando il costo del lavoro dalla base imponibile Irap e tagliando di almeno undici punti gli oneri sociali che gravano sulle imprese manifatturiere, dall'altra l'esecutivo deve affrontare l'emergenza disoccupazione in maniera strutturale e con equilibrio. Ma la madre di tutte le battaglie deve essere, a detta anche degli industriali, la riduzione della produzione fiscale che con i tecnici al governo è lievitata pericolosamente al 53%. Una percentuale che azzoppa chiunque voglia investire in Italia. Squinzi ha, infatti, spiegato che oltre a essere "punitivo" il fisco italiano è "opaco, complicato, e incerto nella norma". Un fisco che è "quanto di peggio si possa immaginare" e che "scoraggia gli investimenti e la crescita". A questo va ad affiancarsi la scarsa liquidità presente sul mercato. Negli ultimi diciotto mesi, infatti, lo stock di prestiti erogati alle imprese è calato di 50 miliardi di euro: un taglio senza precedenti nel dopoguerra. "Quasi un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative - ha spiegato il presidente della Confindustria - dobbiamo contrastare la terza ondata di credit crunch".

Nei primi giorni di incarico, il governo ha subito iniziato a lavorare sul piano economico. La sospensione dell'Imu sulla prima casa, la copertura della cassa integrazione in deroga e le misure per la pubblica amministrazione sono solo i primi passi. L'Italia ha seriamente bisogno di un colpo di reni. Proprio per questo, all'assemblea di Confindustria, Letta ha cercato di sottoscrivere un patto per lavorare insieme: "Siamo dalla stessa parte: la politica forse troppo tardi ha capito la lezione, ma ora deve applicare quello che ha capito". Proprio per questo il premier intende costruire per l'Italia una nuova "leadership europea" in campo industriale. Obiettivo da raggiungere entro il 2020, con il 20% del pil prodotto dall’industria e dalla manifattura.

"La missione è difficile e il compito anche e sento sulle mie spalle tutta la responsabilità e le tante aspettative - ha concluso il presidente del Consiglio - sarà difficilissimo, non so se ce la faremo ma ce la metteremo tutta".

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