In un momento di grande incertezza come quello che stiamo attraversando è legittimo chiedersi quanti soldi convenga tenere parcheggiati sul proprio conto corrente.
Come fa notare Il Corriere della Sera, è vero che il cash protegge dall'incertezza ma è altrettanto vero che mille euro fermi, da qui ai prossimi anni, andrebbero incontro a una riduzione del loro valore pari a circa l'80%, considerando tasse, inflazione e spese.
Ma allora quanto denaro è consigliabile tenere sul conto? Secondo alcuni esperti dipende molto dall'approccio che ognuno di noi intende adottare. Nel caso di una strategia ultra-difensiva, si può pensare anche di arrivare a tenere il 30% del cash. Consigliabile comunque non superare il 10%.
Per quanto riguarda invece la giacenza da tenere sul conto di riserva, gli analisti calcolano una somma pari al reddito netto di due o tre mensilità. Misura, questa, da valutare in base alle singole esigenze personali.
Attenzione tuttavia ai mini-rendimenti dei titoli governativi, i quali hanno schiacciato la remunerazione delle giacenze. Facciamo un esempio: il reddito generato da 100mila euro su un deposito bancario a tre mesi è calato dalla soglia dei 4.650 euro del 2007 a zero. In tutto questo l'inflazione ha contribuito a logorare il patrimonio congelato sul conto.
Qual è la soluzione migliore?
Se l'andamento dei prezzi al consumo resterà in linea con quello degli ultimi decenni, mille euro lasciati “sotto il materasso” diventeranno 900 euro tra 10 anni e 720 tra 20, con perdite comprese tra il 10% e il 28%. In più ci sono da considerare anche le tasse, dal momento che i soldi vengono solitamente tenuti in banca.
Considerando anche questo aspetto, 10mila euro fermi nelle banche per 5 anni possono perdere, tra spese e potere d'acquisto, fino al 18%. Mille euro, per capirci, potrebbero azzerarsi arrivando a valere 180 euro o anche meno. Negli ultimi mesi, inoltre, la liquidità sui depositi è cresciuta, in linea con l'aumentare dell'incertezza dei risparmiatori.
Per attirare i risparmiatori alcune banche premiano i vincoli più lunghi. I salvadanai virtuali offrono sicurezza del tasso e l'assenza di costi, tranne l'imposta del 26% sul rendimento e la mini patrimoniale dello 0,20% sulla giacenza annua. In ogni caso, prima di scegliere il deposito e la scadenza, è bene valutare la possibilità di sbloccare i soldi prima della scadenza. Alcune banche offrono sia la soluzione svincolabile che non svincolabile e scegliendo quest'ultima si potrà ottenere un rendimento più alto (dallo 0,30% allo 0,60%).
Non mancano le promozioni per i nuovi clienti. C'è chi riconosce il 2% annuo lordo e conti specifici a canone zero per il primo anno con carta di credito e debito, chi mette sul piatto un tasso dell'1,25% fino alla fine del 2020.
E ancora: alcune banche propongono l'1,20% lordo per sei mesi mentre altre assicurano la gratuità per un anno in presenza di accredito stipendio/pensione o accredito di almeno 750 euro oppure due domiciliazioni o almeno 300 euro di spesa con carta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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