Draghi asfalta ancora la Merkel: "Non sto ad ascoltare i politici"

Il governo mette in guardia Berlino: "Sarebbe anormale se la Bce stesse a sentire i politici". Poi l'affondo: "La mia nazionalità appassiona solo i media tedeschi"

Draghi asfalta ancora la Merkel: "Non sto ad ascoltare i politici"

Mario Draghi andrà all'audizione al Bundestag. Dritto nel covo del nemico, il Parlamento tedesco dove Angela Merkel fa e disfa. Accetta l'invito che gli è stato rivolto e si prepara a sbattere in faccia ai tedeschi la verità. Perché, e questo ci tiene a metterlo in chiaro sin da subito, "la Bce obbedisce alla legge, non ai politici". "È normale che i politici commentino le nostre misure - ha spiegato il governatore della Bce in un'intervista alla Bild - ma sarebbe anormale se noi li stesse a sentire". Una presa di posizione durissima che arriva dopo le forti critiche rivoltegli dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble.

Dal braccio di ferro sulle misure economiche al Brexit, Draghi scende in campo mettendoci la faccia. Non accetta le intromissioni della Germania e, in attesa di presentarsi davanti al Bundestag per presentare la politica della Bce sui tassi, rispedisce al mittente le accuse di favorire gli interessi dell'Italia. "Non c'è davvero nessuno al mondo che sia interessato al fatto che sono italiano, a parte i media tedeschi", dice alla Bild ribadisce che "un presidente tedesco terrebbe esattamente la stessa rotta che abbiamo al momento". Detto questo, resta convinto che la maggior parte dei governi dell'Eurozona si stiano muovendo, "anche se troppo lentamente". "Sarebbe bene se facessero di più - spiega - ma questo non dipende direttamente dalle politiche della Bce". A preoccuparlo, però, non sono soltanto le mancate riforme ma il rafforzamento del nazionalismo e dell'isolazionismo in Europa.

"Non voglio e non posso credere che gli inglesi votino per uscire (dall'Unione europea, ndr) perché siamo più forti insieme", conclude il presidente della Bce avvertendo che, "se lo fanno, deve essere chiaro che perdono i benefici del mercato unico".

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