Ecco il Piano Italia per rilanciare Indesit

Riassetto Corsa a tre per il partner, rientrano le produzioni all'esteroL'azienda punta 83 milioni per ridisegnare gli stabilimenti nel Paese

Ecco il Piano Italia per rilanciare Indesit

nostro inviato a Fabriano (Ancona)

La sfida di Indesit: un piano di investimenti da 83 milioni di euro per gli stabilimenti italiani. Un progetto, reso possibile anche grazie all'accordo siglato a dicembre con i sindacati e approvato a larghissima maggioranza dai lavoratori, che permetterà di rinnovare completamente la gamma dei prodotti realizzati in Italia, in termini sia di prestazioni che di competitività di costo, e di ridisegnare i 3 poli produttivi italiani del gruppo per aumentarne l'efficienza, in controtendenza rispetto alla delocalizzazione. Il principio base è lo stesso dell'alta moda, mutatis mutandis: compensare i maggiori costi della produzione italiana con la qualità elevata di un prodotto di nicchia. Così ad Albacina, lo storico stabilimento del gruppo Merloni a pochi chilometri dal quartier generale di Fabriano, ci sarà il centro di eccellenza per la produzione di forni da incasso, dove saranno prodotti anche quelli oggi realizzati in Polonia. L'altro impianto del sito industriale fabrianese, quello di Melano, diventa centro di eccellenza per la realizzazione dei forni di piccole dimensioni, oggi realizzati in Francia. Caserta sarà, invece, il sito esclusivo per la produzione di piani cottura e frigoriferi da incasso innovativi, compresi quelli oggi prodotti in Turchia. Infine Comunanza (Ascoli Piceno) sarà il centro produttivo di lavabiancheria e lavasciuga d'alta gamma. Leader assoluta in Italia, Regno Unito e Russia per la produzione e commercializzazione di grandi elettrodomestici e tra i primi in Europa, Indesit ha chiuso il 2013 con 2,7 miliardi di fatturato - oltre al marchio omonimo, ci sono Hotpoint-Ariston e Scholtès – e occupa 16.000 persone, di cui oltre 4.000 in Italia. «Le azioni che abbiamo intraprese sono una risposta al contesto di mercato - spiega Marco Milani, presidente e ad di Indesit, presentando il progetto alla presenza del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - e una dimostrazione di come anche nel nostro Paese si possano realizzare prodotti innovativi e di qualità in modo competitivo».

Sullo sfondo, nessuna conferma sui possibili «pretendenti» alla quota di Fineldo, holding della famiglia Merloni che detiene il 44,12% del gruppo marchigiano: anche se fonti vicine all'operazione indicano il 27 giugno come data decisiva, e danno come favoriti gli americani di Whirlpool, tallonati dai cinesi di Meiling (in corsa ci sarebbe ancora anche Electrolux). «Mi auguro che entro l'estate ci sia la decisione - dice Milani -: è un'opportunità per risolvere le due criticità di Indesit, la dimensione e l'internazionalità.

In ogni modo il processo è gestito da Fineldo, ma è a favore di Indesit: la nostra valutazione è che siamo un gruppo competitivo, e il lavoro che stiamo facendo è quello che qualsiasi buon gestore farebbe. Non dimentichiamo che siamo leader in Italia, un mercato chiave per qualunque produttore».

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