La partita sulla legge di stabilità si combatte a suon di emendamenti. Nelle ultime ore la maggioranza sembra aver trovato un accordo per innalzare l'area di esenzione dal pagamento dell'Irpef fino ai 12mila. Qualora l'emendamento dovesse rientrare nella manovra, verrebbero liberati circa 75 euro al mese in più in busta paga per ogni lavoratore. Uno sforzo sicuramente più incisivo rispetto all'elemosina di 13 euro mensili decisa dai tecnici del ministero dell'Economia. Purtroppo è ancora troppo presto per cantar vittoria. Dopo la frenata del viceministro Stefano Fassina, anche il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta ha subito sbarrato la strada alla maggioranza spiegando che la proposta non è sostenibile: "Dovremo dare una sforbiciata alle diverse propagande".
Ieri sera, parlando con la stampa a margine del Consiglio Ecofin dedicato al bilancio Ue, Fassina ha subito stroncato i due emendamenti presentati dal Pd e dal Pdl. "Ci sono emendamenti che offrono convergenze, ma parlare di intesa mi sembra eccessivo", ha detto il viceministro da Bruxelles spiegando che, sebbene abbia dato "un’ampia disponibilità al parlamento a rivedere l’area dei beneficiari della riduzione fiscale", il governo vuole che venga concentrata sui redditi più bassi. Fassina teme, infatti, che l’operazione sia molto costosa e non finalizzata solo ai redditi più bassi essendo un ampliamento della "no tax area" che riguarda tutti. "Non sono sicuro - ha osservato il viceministro dell'Economia - che sia il modo migliore per utilizzare le scarse risorse che abbiamo, che dovrebbero semmai essere dirottate sui lavoratori e le famiglie più in difficoltà". Insomma, a detta di Fassina, allargare la "no tax area" riguarderebbe "anche quelli che hanno un milione di reddito".
Quello che Fassina e Baretta non vogliono ammettere è che l'ampiamento della "no tax area", oggi fissata a 8mila euro per i dipendenti e 7500 per i pensionati, avrebbe un effetto più incisivo dei 13 euro mensili in più al mese a beneficio dei lavoratori previsti dalla manovra approvata dal Consiglio dei ministri. Nei calcoli della maggioranza, il costo del provvedimento sarebbe di circa 1,8 miliardi all'anno.
Cifra che Pd e Pdl avrebbero coperto con i tagli alla spesa delle amministrazioni pubbliche e delle società controllate dalle stesse amministrazioni. in compenso i lavoratori ne gioverebbero trovandosi circa 900 euro in più in busta paga ogni anno. Molto di più dei 13 euro al mese in più previsti da fassina & Co.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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