La Fed si prepara ad azzerare gli aiuti

Il Wall Street Journal vede lo stop a metà 2022. Powell: "Misure da accantonare"

La Fed si prepara ad azzerare gli aiuti

La Federal Reserve «ha agito con grande rapidità» per contrastare l'impatto economico della pandemia, e «alcuni degli strumenti adottati vanno bene solo in una situazione d'emergenza». Per cui l'istituto li sta «accantonando» una volta terminata l'emergenza. Il presidente della Fed, Jerome Powell, nel corso di un evento online con studenti e insegnanti, esce allo scoperto. E conferma, in anticipo rispetto al suo intervento previsto la prossima settimana a Jackson Hole, l'intenzione di iniziare la ritirata dagli aiuti.

La strada sembra dunque già tracciata. Il Wall Street Journal, il quotidiano più attendibile nel riportare ogni spiffero che esce dai piani alti di Eccles Building, ha riferito nell'edizione di ieri che nel summit di settembre potrebbe essere resa ufficiale la «scaletta» che riguarda il ritiro graduale degli aiuti, con l'obiettivo di azzerare il programma di acquisto titoli, attualmente del valore di 120 miliardi di dollari al mese, entro la metà del prossimo anno.

Le basi sarebbero già state poste durante la riunione di luglio (oggi la pubblicazione dei verbali), durante la quale i componenti del Fomc (il braccio operativo in materia di politica monetaria) hanno messo sul tavolo i due nodi principali da sciogliere: quanto velocemente ridurre lo shopping da 80 miliardi in titoli del Tesoro e da 40 miliardi in titoli ipotecari ed entro quanto «piallare» completamente il pacchetto di aiuti.

La sensazione, anche in base alle più recenti dichiarazioni rilasciate, è che prima di muoversi la Fed aspetterà i dati di settembre sull'andamento del mercato del lavoro. James Bullard, presidente della Fed di Boston e dal 2022 componente del Fomc, ha detto lunedì scorso che un altro mese di forti guadagni di posti potrebbe soddisfare i requisiti della banca centrale degli Stati Uniti per iniziare a ridurre gli stimoli. Lo stato di salute dell'occupazione dovrà inoltre essere incrociato con quello dell'inflazione. Ma non solo. Il deludente risultato delle vendite al dettaglio in luglio (-1,1%, in parte dovuto alla produzione automobilistica ancora frenata dalle carenze di semiconduttori), segnala che la variante Delta del Covid impone cautela per le possibili implicazioni negative sulla recovery. «Il Covid è ancora qui e sarà così ancora per un po'», ha affermato ieri lo stesso Powell. La Fed dovrà quindi «osservare con attenzione l'andamento dell'economia e capire quali saranno le implicazioni per la politica monetaria», visto che l'impatto della variante sulla crescita «non è ancora chiaro». Un ulteriore passo falso, fra agosto e settembre, delle abitudini di spesa dei consumatori, potrebbe cancellare le good news arrivate dalle trimestrali, con l'87% delle società dello S&P500 che ha comunicato conti più brillanti del previsto tra aprile e giugno.

Morgan Stanley si aspetta comunque che la banca centrale Usa riduca ogni mese, a partire dal prossimo 22 gennaio, di 10 miliardi il ritmo di acquisto di asset di bond e di 5 miliardi quello di Mbs. Un percorso che richiederà circa 10 mesi prima di poter essere completato.

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