Tempi duri per gli evasori. Portare i soldi all'estero non è così facile come una volta. Gli accordi con Hong Kong e soprattutto Cayman, hanno ridotto gli sbocchi per i grandi capitalia verso i paradisi fiscali. La volountary disclousure di fatto ha cambiato le carte in tavola e incentiva il rientro dei capitali nascosti al Fisco all'estero. Come ricorda il Tempo, l'Italia ha rafforzato l'intesa con Equador e Bermuda, con le Isole di ManeJersey, Gibilterra e Mauritius, e ancora con Emirati Arabi Uniti e Singapore, insieme a Filippine e Hong Kong. Ci sono poi Svizzera, Lichtenstein, Città del Vaticano, San Marino e Montecarlo. Ma nella black list dei Paesi che accolgono i capitali da nascondere al Fisco italiano ci sono ancora Antigua e Barbuda, Antille Olandesi, Bahamas, Barbados, Isole Vergini, oltre a Paesi di entità più consistente come Costa Rica, Belize e Panama. E ancora Tonga a Samoa, da Nuova Caledonia a Salomone, fino alle Isole Marshalle alla Polinesia Francese.
E ancora: Taiwan, Brunei, Macao e Malaysia, e del più Vicino Oriente, come Libano, Bahrein, Oman e Gibuti. A Dubai non sono previste tassazioni su residenti: niente imposte su persone fisiche o redditi, niente Iva, niente ritenute. Ma le vie di fuga per i furbi non finiscono qui. Ci sono realtà più vicine per chi cerca di evadere il Fisco. Si tratta di Paesi a fiscalità ridotta ma per accedere a queste agevolazioni bisogna dimostrare che si risiede lì per almeno 183 giorni all’anno. Ed ecco che si spalancano le porte dei Paesi dell'Est.
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