È una «settimana decisiva » per portare a casa «i primi risultati definitivi sul lavoro, Iva, Imu e sul decreto Fare». Il capogruppo del Pdl Renato Brunetta affila le armi in vista della seconda riunione della cabina di regia che si terrà giovedì. In origine si sarebbe dovuta occupare solo di Imu, ma visto che la riunione saltata della settimana scorsa non è stata riconvocata, in una sola mattinata i leader di maggioranza e i ministri dovranno sciogliere insieme quasi tutti i nodi.
Innanzitutto la copertura per il rinvio dell’aumento dell’Iva. È la misura più urgente. Nel decreto del governo c’è l’aumento degli acconti fiscali, ma dopo il pressing del centrodestra - come ha anticipato il Giornale la settimana scorsa - via XX Settembre proporrà coperture alternative rispetto all’aumento degli acconti Irpef, Ires e Irap. Innanzitutto tagli alle spese. Ma resta la revisione di alcune entrate che già facevano parte delle coperture, ma non hanno suscitato proteste come il ricorso agli anticipi di memoria andreottiana.
Sicuramente i vari tagli alle dotazioni di fondi che erano già previsti dal decreto. Ma, con tutta probabilità, non scomparirà nemmeno la tassa sulle e-cig, le sigarette elettroniche che il decreto porta al 58,5 per cento. Aveva suscitato proteste nel settore dei commercianti, ma non tensioni politiche.
Più complessa la partita dell’Imu. Il governo in questo caso presenterà un bozza del progetto complessivo di riforma e le relative coperture. Il premier Enrico Letta ha intenzione di arrivare a un progetto organico prima di Ferragosto. Difficilmente si tratterà di un’unica service tax, come era stato ipotizzato nei giorni scorsi, perché è difficile mettere insieme una imposta patrimoniale come l’Imu e una tassa che finanzia servizi. Comunque l’onere della proposta è tutto del governo e in questo senso c’è un’inversione di metodo rispetto alle settimane scorse, quando il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni aveva chiesto alle parti politiche di proporre coperture alternative alle sue che erano state bocciate. Sarà via XX Settembre a presentare la sua proposta con la premessaspiegano fonti del governo- «che non ci sono posizioni rigide». Unica condizione che Saccomanni considera dirimente è che siano coperture certe.
Sfida che resta difficile, anche alla luce dei dati sulle entrate diffusi ieri, dai quali emerge che nei primi cinque mesi dell’anno sono scese dello 0,4%. Ancora una volta è cresciuta l’Irpef, male le imposte legate alle attività economiche come l’Iva e l’Ires.
Altro capitolo all’esame al vertice di giovedì le modifiche al pacchetto lavoro varate dal ministro Giovannini.L’idea del Pd di introdurre una sperimentazione di contratti più flessibili in vista dell’Expo è stata accettata dal ministro che ha convocato i sindacati.
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