Dopo la ’fuga dei cervellì è iniziata la ’fuga dei pensionati: ogni anno aumenta il numero di anziani italiani che emigrano e si fanno pagare la pensione all’estero. Secondo quanto rivela l’Inps nel rapporto ’World wide', presentato dal presidente Tito Boeri, solo nel 2014 i pensionati espatriati sono stati 5.345, il 65% in più dell’anno precedente. Dal 2010 il numero è più che raddoppiato (+109%) arrivando a 16.420. Boeri però adesso strebbe pensando di dare un taglio netto alle pensioni erogate all'estero dall'Italia. "L’Italia dovrebbe riflettere sulla possibilità di non pagare ai pensionati residenti all’estero la parte non contributiva delle loro prestazioni. Lo sottolinea il presidente dell’Inps, Tito Boeri presentando il rapporto: ’L’Inps e le pensioni all’esterò secondo il quale su circa 1,2 miliardi di spesa per prestazioni a pensionati residenti fuori dall’Ue, oltre 200 milioni sono spesi per integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali.
Una parte di queste prestazioni è pagata in Italia (pur essendo il titolare residente fuori dal nostro Paese) e soggetta alla nostra tassazione. Se si guarda solo alle prestazioni pagate direttamente all’estero (compresa l’Ue) e quindi con tassazione non in Italia l’Inps ha erogato nel 2014 383.000 trattamenti per circa 1,067 miliardi di spesa. "L’Italia - sottolinea Boeri - è uno dei pochi paesi a riconoscere la portabilità extra Ue della parte non contributiva delle pensioni (nell’ambito Ue questa opzione non è più data).
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