Il "pronostico" che sbugiarda Conte: cosa accadrà (presto)

Gli unici mesi in cui si è registrata una risalita sono stati quelli immediatamente successivi al termine del primo lockdown, poi tutto di nuovo giù dal 24 ottobre

Il "pronostico" che sbugiarda Conte: cosa accadrà (presto)

Possibilità di crescita azzerate nel caso in cui l'emergenza sanitaria dovesse perdurare oltre la metà del 2021: queste le previsioni effettuate dalla Banca d'Italia all'interno del bollettino economico reso pubblico nella giornata di ieri.

Una stima che non si distacca troppo da quanto ipotizzato lo scorso dicembre, anche se allora i calcoli erano stati effettuati congiuntamente con gli altri Paesi che gravitano nell'area della Bce. La preoccupazione, tuttavia, sarebbe aumentata a causa dei dati registrati negli ultimi giorni del 2020 e nei primi del nuovo anno.

La più ottimistica delle possibilità prospettate da Banca d'Italia si baserebbe sulla riduzione dell'emergenza sanitaria entro il termine del primo semestre 2021 e sul suo definitivo superamento entro il 2022. A queste condizioni, tuttavia, dovrebbero aggiungersi anche il supporto economico dell'Europa, sia tramite i fondi previsti dal Next generation Eu che in campo monetario attraverso la stessa Bce. Sempre nelle più rosee previsioni di Banca d'Italia si presuppone anche una crescita degli scambi internazionali e dell'export nostrano. Se tutti questi elementi dovessero verificarsi simultaneamente il Pil (che ha registrato una perdita del 9,2% lo scorso anno) potrebbe riprendersi fino a raggiungere un incremento del 3,5% nell'anno in corso, del 3,8% nel 2022 e del 2,7% nel 2023.

Con la situazione economica in stallo, la speranza è che dalla prossima primavera possa verificarsi una risalita, con il supporto sia delle misure previste in legge di Bilancio che con i fondi europei. Le maggiori preoccupazioni espresse nel bollettino sono quelle connesse alla pandemia ed alle misure applicate dallo Stato, in grado di condizionare le scelte di imprese e famiglie. Emblematico il fatto che nel corso del 2020 l'unica ripresa si sia registrata nei mesi immediatamente successivi alla conclusione del primo lockdown, con un crollo del 3,5% nell'ultima frazione dell'anno. Data significativa il 24 ottobre, momento dal quale sono partite le nuove limitazioni imposte da Giuseppi, anche se inizialmente non troppo stringenti.

Il nuovo bollettino di Banca d'Italia certifica una ulteriore se pur lieve flessione rispetto alle previsioni già fatte a dicembre (dal -9% al -9,2%) connessa al peggioramento delle condizioni. Se si dovesse proseguire su questa strada, e non risalire come prevede l'Istituto, si parla di un possibile -0,9% per quanto riguarda gli scambi internazionali, di un -0,9% in quello dei fattori finanziari e di un -1,6% in ambito interno.

Si verrebbe così a ridurre quasi a zero la crescita prevista per il 2021 (+3,5%) nel caso in cui si iniziasse a lasciare alle spalle l'emergenza sanitaria. Insomma le stime del governo che davano come certa una crescita del 6 per cento sono già finite nel nulla.

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