Istat, nel 2016 consumi in crescita dell'1 per cento

Quarto anno consecutivo di aumento del reddito disponibile delle famiglie. Ma le associazioni dei consumatori frenano: "Bene, ma non basta"

Istat, nel 2016 consumi in crescita dell'1 per cento

Nel 2016 continua a crescere la spesa delle famiglie. Secondo i dati Istat, rispetto al 2015 il dato in valori correnti dei consumi è stimato a 2.524,38 euro, in crescita dell'1 per cento rispetto al 2015 e del 2,2 nei confronti del 2013, ultimo anno di calo del Pil.

L'Istituto nazionale di statistica spiega che "si consolida a un ritmo moderato la fase di ripresa dei consumi delle famiglie avviatasi nel 2014, in un quadro macroeconomico caratterizzato dal quarto anno consecutivo di aumento del loro reddito disponibile, da un lieve incremento della propensione al risparmio e dal consolidamento della ripresa del Pil".

Dati positivi, insomma, anche se ancora inferiori ai valori del 2011, quando la spesa annuale della famiglia media italiana si attestava sui 2.639,89 euro.

Nello specifico, la spesa per beni e servizi non alimentari è cresciuta dello 0,9 per cento. Tornano ai livelli pre-crisi le spese per servizi ricettivi e di ristorazione (+4,8%, da 122,39 a 128,25 euro) e salgono per il terzo anno consecutivo quelle per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (+2,9%, fino a 130,06 euro).

In crescita il divario di spesa tra le città metropolitane e i piccoli centri, mentre si riduce il gap Nord-Sud (2.839 euro contro 1.942,28 euro), pur permanendo ampie differenze strutturali sul territorio legate a livelli di reddito, prezzi e comportamenti di spesa.

Ma l'ultimo rapporto Istat sui consumi non soddisfa le associazioni dei consumatori.

Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha dichiarato che "la crisi economica ha avuto un peso evidente non solo sulla spesa delle famiglie ma anche sulla dieta degli italiani, modificando le abitudini e le scelte delle famiglie".

Un peggioramento del tenore di vita ancora più drammatico se paragonato ai dati del 2006, "con la spesa alimentare aumentata di soli 20 euro al mese".

Della stessa idea Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori. "Bene, ma non basta.

Il dato si riferisce alla spesa media familiare, ossia ai consumi di una famiglia in realtà inesistente. Per la famiglia normale e tradizionale ci sono ancora difficoltà, come dimostra il dato della spesa alimentare che scende su base mensile di oltre 6 euro al mese, -74 euro su base annua".

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