La sua ostinata opposizione alle nozze tra Lufthansa e Ita è «per impedire che i consumatori possano dover pagare di più avendo meno scelta». Così ha detto ieri. Oddio, lei, la commissaria Margrethe Vestager (in foto), lo ha ribadito in modi più o meno espliciti altre volte, ma ieri è stata secca, niente paludamenti stile Palazzo Berlaymont: cari italiani, ha dichiarato in pratica, siamo contrari a questa unione perché abbiamo a cuore il vostro bene. Poi il non detto: proprio per questo faremo di tutto perché Ita resti zitella, e se proprio saremo costretti a dare il via libera alle nozze faremo in modo che ci arrivi vuota di tutto ciò che fa di una compagnia aerea un competitor capace di produrre utili. Come altro leggere le ultime novità veicolate sulla stampa, da cui si misura un livello di follia mai toccato prima nella tormentata trattativa con Bruxelles? In breve, stressati da una interlocuzione che farebbe uscire dai gangheri anche Gandhi, per ammansire la radicale danese gli sherpa di Lufthansa le avrebbero proposto il congelamento delle nozze per 18 mesi pur versando subito nelle casse di Ita l'anticipo di 325 milioni pattuiti per il 41%. In questo arco di tempo le due compagnie opererebbero come realtà estranee e dunque in regime di concorrenza. Un paradosso, considerando il fatto che Ita dovrebbe intanto ridurre la copertura delle rotte verso il Nord America, le più redditizie. La situazione diverrebbe tale che per stare in piedi Ita sarebbe costretta ad alzare il prezzo dei biglietti oltre a ridurre le il numero delle rotte. Un gran bel risultato, cara signora Vestager: altro che bene dei consumatori.
Del resto, cosa ci possiamo aspettare da una Furia che in men che non si dica è riuscita a distruggere il sistema delle tlc europee, oggi incapaci di competere con i colossi globali? Anche allora disse che lo faceva per il bene dei consumatori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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