ìIta Airways ha bisogno di chiudere in fretta l'integrazione in Lufthansa e i ritardi della Commissione Ue non le giovano. «Siamo in un'industria che deve pesantemente investire, perché bisogna rinnovare gli aeromobili, bisogna investire nel biocarburante», ha spiegato ieri il presidente Antonino Turicchi in un incontro con la stampa, sottolineando che «essere parte di un gruppo ci dà una forza diversa perché, quando devi negoziare con la Airbus è meglio farlo di fronte a soggetti che ordinano 400-500 aerei». Insomma, il commissario Margrethe Vestager deve comprendere che non si può tirare troppo la corda. «Riteniamo che sia proprio un problema di visione e di approccio perché anche altre compagnie hanno il nostro stesso problema e Bruxelles deve tenere conto che siamo in un mercato globale caratterizzato dalla massima concorrenza», ha aggiunto.
Il numero uno di Ita ha assicurato che il vettore «non ha un problema di sopravvivenza misurata in termini di quanti giorni possiamo andare avanti con la nostra cassa». Dopo le indiscrezioni del Giornale sui malumori del governo (Il Tesoro è azionista unico) per le meline della Vestager, la compagnia si è trovata costretta a rivelare i dati preliminari del 2023, per tranquillizzare il mercato ma anche per far capire a Bruxelles che cosa rischia l'Italia se l'ok alla fusione non arriuverà in tempo. L'anno scorso i ricavi sono aumentati del 67% a 2,4 miliardi di cui 2,1 miliardi dal traffico passeggeri. L'Ebitda è a breakeven e potrebbe essere positivo per qualche milione (-350 milioni nel 2022). Meglio l'intercontinentale: ricavi raddoppiati a 1 miliardo e breakeven dell'Ebit. La cassa è aumentata di 30 milioni a 450 milioni e la seconda tranche di aumento di capitale del Tesoro è stata investita in nuovi aeromobili. La flotta è cresciuta a 83 aeromobili (+28 di nuova generazione da cui sottarrre i 10 veliveli pensionati) e nel 2024 si salirà a 66. I passeggeri sono aumentati del 50% a 15 milioni, un dato che però fa emergere come Ita sia piccola rispetto ai colossi che la circondano (Ryanair è prima in Europa con 180 milioni, tallonata dagli altri big). E nel 2024 si stima un incremento di 1 miliardo dei ricavi e addirittura l'utile, parola che a Fiumicino è tabù. da tempo. «Preserviamo la cassa con la nostra attività operativa, continueremo a comprare gli aerei come previsto nel nostro piano, però siamo altrettanto desiderosi di realizzare le sinergie che si sono studiate» con Lufthansa, ha rilevato Turicchi. Insomma, la compagnia pare in grado di andare avanti, ma senza un partner la navigazione sarà difficile. Molto difficile. Anche perché, come evidenziato dal dg Andrea Benassi, l'obiettivo è «intercettare buona parte dei 30 milioni di passeggeri attesi a Roma per il Giubileo 2025». Obiettivo che in un'ipotesi stand alone diventerebbe una chimera. Anche per questo motivo il manager ha asserito che la rinuncia agli slot di Linate promessa da Lufthansa non è un problema. «È un aeroporto importante ma che per noi è un costo visto che 175 slot sono troppi per la nostra flotta», ha precisato rimarcando che «la Commissione», purtroppo, «sta esaminando anche altri aspetti».
Benassi è ottimista sull'esito delle cause di lavoro dei dipendenti ex Alitalia (finora ne sono state perse solo 2) e ha annunciato che il brand Alitalia potrebbe tornare nel 2025, magari come nome della «holding che unirà Ita e Air Dolomiti».
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