Firmata una convenzione in materia fiscale tra la Santa Sede e l’Italia. Il nostro è il primo Paese con cui la Santa Sede sottoscrive un accordo che disciplina lo scambio di informazioni che riguarderà i periodi d’imposta a partire dal primo gennaio 2009. La convenzione consentirà il pieno adempimento, con modalità semplificate, degli obblighi fiscali relativi alle attività finanziarie detenute presso enti che svolgono attività finanziaria nella Santa Sede da alcune persone fisiche e giuridiche fiscalmente residenti in Italia. Gli stessi soggetti potranno accedere ad una procedura di regolarizzazione delle stesse attività, con i medesimi effetti stabiliti dalla legge sulla voluntary disclosure. L'accordo riguarderà anche i dipendenti e i pensionati del Vaticano, che ricevono pensioni ed emolumenti presso lo Ior.
Nessun tributo fiscale per gli immobili vaticani che godono della cosiddetta "extraterritorialità". Il Vaticano, con un articolo anticipato dall’Osservatore Romano, lo sottolinea illustrando i diversi effetti della Convenzione firmata oggi dal cardinale Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, e dal ministro italiano dell’Economia Pier Carlo Padoan. "L’assetto fondamentale del Trattato del Laterano è non solo confermato ma anche portato a compimento - osserva con soddisfazione il quotidiano vaticano - in relazione al regime fiscale peculiare degli immobili situati nelle zone cosiddette extraterritoriali, di cui la Convenzione ribadisce l’esenzione da ogni tributo, che aveva costituito di recente oggetto di incertezze giurisprudenziali".
L’accordo "è un passo
avanti importante" che "rafforzerà il meccanismo della voluntary disclosure", osserva il ministro Padoan, sottolineando che "l’Italia è il primo Paese con cui il Vaticano fa un accordo di questo genere".
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