
Nei giorni scorsi il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha detto a chiare lettere che in Italia ci sono centomila posizioni scoperte. L'industria, in diversi settori, cerca manodopera ma non la trova. È già qualche anno che il Paese soffre di questo grave problema. Sono i paradossi di un tempo complicato dove anche le cose più elementari faticano ad andare al loro posto. Il fatto che l'offerta di lavoro non trovi puntuale soddisfazione deve chiamare alla riflessione, specie se parliamo dell'inserimento dei giovani, che hanno terminato il ciclo di studi, nel mondo produttivo o dei servizi. Il deficit di relazione tra imprese e scuola è probabilmente uno degli aspetti fondamentali alla base di questo impasse. Il problema è sistemico e stancamente ce lo trasciniamo. Capita, periodicamente, che si levino voci per porlo in evidenza con annessi numeri a dimostrare la brutta qualità della fotografia. Poi poco si fa. Oppure chi si muove agisce senza quella necessaria regia che è fattore decisivo per dare ordine, sostanza e prospettiva virtuosa. L'economia reale che guarda in avanti ovvero che è animata da una visione strategica non può permettersi di fare a meno di un rapporto proficuo tra imprese e luoghi della formazione. I decisori politici, nel rispetto dei ruoli e quindi lontani da qualsiasi tentativo di ingerenza, devono mettere in campo tutte le iniziative che occorrono per contribuire a invertire definitivamente questa rotta sbagliata. Urge programmazione e dialogo fecondo con i territori che, per natura e storia, presentano differenze. Di questo è doveroso far tesoro se si ragiona in un'ottica di sistema. Insomma, bisogna mobilitarsi affinché i giovani che escono dalla scuola (preparati in modo adeguato) trovino immediata collocazione nel mercato del lavoro.
Non è produttivo che in contesti ad assai elevato tasso di competizione (interna e internazionale), le realtà imprenditoriali vedano inevasa la propria offerta di manodopera. Questo è per l'Italia un vero tallone d'Achille, un danno notevole a livello economico e sociale.www.pompeolocatelli.it
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