Marchio Alitalia, asta flop. Oggi vertice coi sindacati

I 290 milioni richiesti avevano già allontanato Ita. Probabile una cessione a trattativa privata

Marchio Alitalia, asta flop. Oggi vertice coi sindacati

Ieri è scaduto il termine per presentare le offerte vincolanti per l'acquisto del marchio Alitalia. La base d'asta era stata fissata a 290 milioni di euro. Una cifra che il presidente di Ita (unico vettore seriamente interessato all'acquisto; ndr), Alfredo Altavilla, aveva definito tale cifra «irrealistica» perché «rende antieconomico l'investimento». Queste dichiarazioni, che hanno fatto scaturire polemiche con i commissari straordinari di Alitalia, lasciavano intendere che la nuova compagnia di bandiera non avrebbe presentato la propria offerta. E, secondo alcune indiscrezioni, l'asta sarebbe andata deserta considerato che, in base ad alcune analisi indipendenti, il valore del brand sarebbe inferiore alla metà di quanto richiesto (130-150 milioni).

Se le defezioni fossero confermate o se le offerte ricevute non fossero conformi, si passerà a una seconda fase aperta a offerte più basse. Se anche questa procedura fosse esperita senza risultati, recita il bando di gara, «i commissari straordinari procederanno alla cessione del brand senza vincoli procedurali nei confronti dell'operatore economico da essi individuato», cioè con una trattativa privata. Il brand sarà reso disponibile al vincitore della gara entro il 31 dicembre 2021. Dunque almeno per due mesi e mezzo Ita, al via il 15 ottobre, decollerà senza la vecchia denominazione con 52 aerei e con 2.800 dipendenti all'inizio.

Sul tema dell'imprescindibile alleanza internazionale («Ita non può sopravvivere da sola», aveva sottolineato Altavilla), non si sono registrati sviluppi decisivi. Oltre al timido interessamento di Air France-Klm, si segnala anche la «conversazione» avviata da Delta che ha però precisato di non aver interesse a investire direttamente nella newco, secondo quanto riferito dai media statunitensi. Ma proprio il piano industriale di Ita è al centro delle proteste dei lavoratori Alitalia, che da oltre un mese fanno sentire la propria voce nelle piazze di Roma e sotto la sua sede. Oggi alla Camera saranno discusse le mozioni dei singoli partiti inerenti la crisi Alitalia (e i 7.300 esuberi). La tenuta della maggioranza è un po' a rischio considerato che dall'opposizione Fdi incalza su «difesa e rilancio della compagnia di bandiera, tutela dei posti di lavoro, vigilanza sui contratti e centralità di Fiumicino». Alle 9.

30 di stamani il presidente esecutivo di Ita Altavilla ha convocato i sindacati per illustrare «le iniziative che verranno poste in essere nei prossimi giorni e l'applicazione dei trattamenti normativi di riferimento per i lavoratori».

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