Prima la sfida contro il coronavirus poi tutto il resto, compresa la tanto discussa riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lanciato un messaggio diretto all'Europa, chiedendo a Bruxelles un impegno concreto per contrastare le ripercussioni economiche provocate dal Covid-19.
"Come sto ripetendo nei miei numerosi contatti con i vari leader europei – ha spiegato Conte - mi attendo che tutti i prossimi lavori dei ministri finanziari, a partire dall'Eurogruppo di lunedì, si concentrino esclusivamente sulle misure volte a contrastare i pesanti effetti del coronavirus sull'economia europea”.
Chiaro il riferimento neanche troppo velato al Mes, la cui riforma è stata inserita nell'ordine del giorno dell'Eurogruppo e che, a meno di frenate dell'ultim'ora, sarà approvata il prossimo 16 marzo. Il centrodestra ha chiesto a gran voce al premier di rinviare l'approvazione della suddetta riforma a data da destinarsi.
Conte ha risposto con le parole sopra citate, facendo capire che il Fondo salva-Stati viene dopo l'emergenza provocata dall'epidemia di nuovo coronavirus. Il premier italiano è stato ancora più esplicito: “Come ho più volte affermato ad una sfida eccezionale si risponde con misure eccezionali. La nostra risposta deve essere straordinaria".
Le “misure straordinarie” dell'Italia, al momento, consistono nello stanziamento di 25 miliardi di euro nei prossimi due anni, circa metà dei quali da usare nel corso del 2020. Per ottenere la fumata bianca, il governo ha dovuto attendere il via libera dell'Ue.
Il coro del centrodestra: rinviare la riforma del Mes
Insomma, tutto passa dall'Europa: anche i provvedimenti attuati dall'esecutivo giallorosso per salvaguardare, o quanto meno puntellare, l'economia del nostro Paese da previsioni assolutamente non rosee. Ecco perché il centrodestra ha più volte criticato Bruxelles, rea di affrontare una tematica, il Mes, inutile (oltre che nociva) di fronte al dilagare del Covid-19 in tutto il continente.
Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, ha detto di aspettarsi un “segnale forte” dal governo, ossia “il rinvio della riforma del Mes, che significherebbe il definitivo commissariamento dell'Italia da parte di Bruxelles”. In una nota, Renato Brunetta ha invece fatto notare la “totale assenza delle altre istituzioni finanziarie europee, che non stanno facendo in alcun modo la loro parte, a cominciare dal Mes, il famoso fondo Salva-Stati, avente una dotazione di 650 miliardi di euro, un potente bazooka da utilizzare in caso di crisi che però, incredibilmente, ora che una crisi è arrivata, non viene utilizzato”.
Dubbi rimarcati con vigore anche da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia: “Il premier Conte e Gualtieri ci hanno dato la loro parola che il trattato che io reputo salva banche tedesche e ammazza economia italiana non sarà firmato o accettato dall'Italia alla prossima riunione”. In merito alla riunione del 16 marzo è ancora più esplicito il segretario della Lega, Matteo Salvini: “Il primo punto all'ordine del giorno è il Mes io spero che venga discusso un'altra volta".
Il
centrodestra, insomma, aveva fatto capire a Conte che non era il momento di pensare al Mes. Il premier ha fatto capire, almeno a parole, di essere sulla stessa lunghezza d'onda. Resta da capire se l'Eurogruppo deciderà di ascoltarlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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