Mutui, attenti alla scadenza. ​Cosa fare per la moratoria

Prorogata fino al 30 giugno prossimo la sospensione dei pagamenti

Mutui, attenti alla scadenza. ​Cosa fare per la moratoria

Inizialmente la scadenza era prevista per il 31 marzo scorso, ma con la legge di Bilancio i termini di presentazione della domanda di moratoria su mutui e prestiti agevolati alle Pmi è stata posticipata al 30 giugno prossimo, e non è detto che la deadline non slitti ulteriormente sino a fine anno.

Si tratta di una boccata d'ossigeno per tutti i piccoli imprenditori che con la fine dello scorso mese avevano visto scadere i termini per presentare le domande secondo le tempistiche previste dall'accordo sul credito sottoscritto con Abi e Assofin. La proroga al 30 giungo dovrebbe permettere a professionisti, famiglie e imprenditori di superare questa fase garantendo un ulteriore accesso a chi ancora non ne aveva usufruito e si tratta di numeri importanti, soprattutto se si guardano i dati presentati dal sindacato dei bancari Fabi secondo cui sono stati oltre 2,7 milioni i beneficiari della moratoria per un valore complessivo di circa 300miliardi e di circa 350mila famiglie (dati BankItalia) che hanno aderito.

La proroga, pertanto, era diventata necessaria e non è detto che con il decreto aprile il governo non pensi di far slittare le scadenza fino a fine anno.

Ma di cosa si tratta? entriamo nel dettaglio

Cosa è la moratoria sui mutui

Si tratta della possibilità di sospendere il pagamento delle rate del prestito per un periodo di 12 mesi; questa misura, entrata in vigore, per la prima volta, il 1 febbraio 2010, permettere alle famiglie e agli imprenditori di avere il tempo utile a sistemare la propria situazione finanziaria qualora si trovino in una situazione di difficoltà passeggera e dovuta ad un momento non particolarmente positivo relativamente alla congiuntura economica.

Questa misura era stata immediatamente messa in campo lo scorso marzo con l'inizio del primo lockdown, attraverso il decreto "Cura Italia"; la moratoria avrebbe dovuto agevolare il superamento di una fase complicata che, però, sarebbe dovuta essere limitata nel tempo (non a caso la prima scadenza effettiva era prevista lo scorso 30 settembre).

Cosa è successo dopo il 31 marzo

Il prosieguo dello stato emergenziale dovuto alla pandemia da Covid-19 ha costretto a far slittare le scadenze che, a seguito di un accordo con Abi e Assofin, erano state prorogate allo scorso 31 marzo.

Lo stesso Direttore Associazione Bancaria Italiana Giovanni Sabatini, nel corso di un'audizione dinnanzi la Commissione Finanze della Camera - tenutasi ieri settimana scorsa sulla crisi finanziaria delle imprese italiane innescata dal Covid-19 - aveva evidenziato come lo shock della pandemia abbia generato nell’imprenditoria un'esigenza massima di liquidità, esigenza che continua a persistere e che non dovrà essere superata gradualmente lasciando il tempo al tessuto produttivo di riprendersi gradualmente.

Per il Direttore Abi: "È essenziale, come peraltro unanimemente riconosciuto dalle istituzioni italiane ed europee, che le misure di supporto vengano mantenute; altrettanto essenziale sarà progettare accuratamente il ritiro di queste misure, affinché avvenga con la necessaria gradualità e sia accompagnato dagli interventi necessari a creare le condizioni per far sì che le imprese possano riequilibrare la struttura finanziaria tornando a incrementare la dotazione patrimoniale e possano avere migliore accesso a fonti di finanziamento alternative al canale bancario, in un'ottica di diversificazione".

I dati sulla moratoria

Secondo quanto riportato in una nota Abi, sulla base dei più recenti dati disponibili le richieste al Fondo di garanzia per le Pmi ammontano, al 25 marzo 2021, ad oltre 150 miliardi, per oltre 1 milione e 846 mila domande (di cui oltre un 1,1 milioni per prestiti fino a 30 mila euro). A queste si aggiunge lo strumento della 'Garanzia Italia, concessa da Sace, per un valore di circa 22,3 miliardi (al 24 marzo) a fronte di 1.699 richiedenti.

Al 12 marzo scorso, le richieste di moratorie di pagamento da parte di imprese avevano raggiunto circa 1,2 milioni, per un ammontare di 189 miliardi, su un totale che sfiora i 300 miliardi includendo anche le altre categorie di clienti.

Più in generale si è osservato un deciso incremento del volume di credito

erogato: su base annua, a gennaio 2021 si è osservata una variazione del totale degli impieghi alle società non finanziarie del 7,2% ,+8,3% nell'intero 2020, con tassi di interesse che permangono su livelli minimi storici.

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