La maxi trappola sui rimborsi. Come "spariscono" i contanti

Si distribuiscono voucher per risarcire quegli utenti che hanno perso il biglietto a causa del coronavirus. Ma le associazioni dei consumatori insorgono

La maxi trappola sui rimborsi. Come "spariscono" i contanti

Non solo concerti e spettacoli. Anche viaggi e vacanze pagate in anticipo. Mostre e musei, abbonamenti a piscine, palestre e altri impianti sportivi sono al centro di una tempesta. Accade che il governo si è impegnato a risarcire quegli utenti costretti dal lockdown a restare in casa (senza poter usufruire del servizio) con un voucher, cioè senza rimborsare il costo del biglietto. Qualcosa di scandaloso che, tra l’altro, accade solo in Italia. A questo si aggiunge la questione che spesso i contratti di vendita di un volo o di un'esibizione prevedono rimborsi in contanti. Ma di fatto, ora, ciò non si verifica. Questa pratica, come in un mistero, non viene rispettata. Qualcosa che ha mandato su tutte le furie i consumatori.

Il caso è scoppiato per un concerto di Paul McCartney. Ma di questa ingiustizia se ne parlava sottotraccia già da settimane. Due gli appuntamenti in programma dell’ex Beatles: uno a Napoli e uno a Lucca. Le date sono state cancellate per il virus cinese. E gli organizzatori hanno pensato bene di offrire ai possessori del biglietto il solito buono per un altro spettacolo, anziché il rimborso. La star del pop ha bocciato senza mezzi termini l’operazione: "È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi", ha tuonato. Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, è stato costretto a cedere. Queste le sue parole: "È evidente che la ratio della norma è che il voucher valga solo per un concerto dello stesso artista e che se questo non si terrà lo spettatore avrà diritto al rimborso. Il Parlamento credo potrà intervenire in conversione per togliere ogni dubbio interpretativo sulla norma".

Ma ormai il danno è fatto. E il decreto Rilancio, come molte altre misure di questo governo, mostra tutte le sue crepe. Il dl prevede anziché il diritto al rimborso del biglietto, quello a un voucher da utilizzare entro 18 mesi dall’emissione, per quello stesso evento o spettacolo se esso viene riprogrammato in tempo. O per un altro. E pazienza se lo spettatore era interessato esclusivamente a quell’artista o a quella performance. L’aspetto ancora più preoccupante è che questo accade solo in Italia, mentre in tutto il resto d’Europa i biglietti per gli eventi saltati vengono rimborsati.

Stesso discorso per i viaggi. Secondo il governo chi ha acquistato un viaggio o un soggiorno nel periodo che va dal 23 febbraio al 31 luglio e non è potuto partire per via dell’emergenza coronavirus, otterrà, a discrezione del venditore (agenzia di viaggio, tour operator, siti web), il rimborso di quanto speso oppure un voucher equivalente valido per un anno. Quasi sempre gli operatori decidono per il voucher suscitando il disappunto degli utenti. La questione in questo caso è stata risolta da Bruxelles. La Commissione europea ha dato tempo agli Stati fino al 28 maggio per adeguare le misure prese alle norme comunitarie, che anche in questo caso attribuiscono all’acquirente e non al venditore il potere di decidere se risolvere la questione con il rimborso di quanto pagato o un voucher sostitutivo.

Anche le piscine e palestre hanno adottato la politica del voucher. I gestori possono decidere se rimborsare i clienti per il periodo di chiusura o, come avviene quasi sempre, offrire un buono che copre quello stesso periodo e utilizzabile entro un anno. Una trappola da cui non si esce fuori. Le associazioni dei consumatori, come riporta il Corriere della Sera, suggeriscono di chiedere il rimborso per il periodo di chiusura o per le restanti rate dell’abbonamento. E, se il gestore non accetta, di inviare una raccomandata andata e ritorno o una pec di messa in mora, intimando la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1463 del codice civile. Se entro dieci giorni non si ha alcuna risposta o si ha risposta negativa, spiega l’Aduc, occorrerà rivolgersi al giudice di pace.

Per l’Aduc è vero che le norme emergenziali varate dall’esecutivo e approvate dal Parlamento consentono l’utilizzo del voucher, ma questi provvedimenti sono in aperto contrasto con il diritto europeo, che prevale su quello italiano.

Intanto, non resta che dribblare gli sgambetti di Conte&Co per continuare a sopravvivere. Rispedendo al mittente questa tassa occulta introdotta dai giallorossi per colpire migliaia di ignari consumatori.

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