"Qualcuno vorrebbe finalmente far fallire una banca in crisi giusto per vedere che effetto fa, laddove altri vorrebbero che il governo nazionalizzasse gli istituti problematici".
A dirlo è Pier Carlo Padoan che in una lettera al Foglio difende la scelta del governo di salvare le banche venete ed evitare il crac: "Mi pare che nessuna delle due posizioni sia razionale. La prima perché sarebbe da scellerati rischiare di innescare una crisi finanziaria mentre finalmente l'economia riprende a un ritmo dignitoso, per quanto ancora insoddisfacente. La seconda perché il denaro dei contribuenti non va usato per salvare banche bensì per produrre servizi pubblici e beni comuni".
Inoltre, secondo Padoan, tutto è stato fatto secondo le regole, anche perché gli aiuti di Stato "non sono vietati in Europa, purché vengano erogati rispettando regole precise". "Come abbiamo fatto noi, dato che la Commissione ha riconosciuto la correttezza dell'intervento pubblico", spiega, "Gli aiuti di Stato, laddove sono stati impiegati, dovrebbero rientrare nelle casse dello Stato. Alcuni casi internazionali e quello italiano dei Monti bond ci dicono che è possibile. Non abbiamo salvato due banche che non stavano in piedi. Abbiamo invece liquidato le banche e salvato lavoratori, risparmiatori e imprese. Cioè l'economia del territorio".
Il ministro punta invece il dito contro l'Europa: "Piuttosto ancora una volta constatiamo che l'unione bancaria non è ancora completata dal necessario schema di assicurazione
dei depositi. Ci siamo sottomessi, senza battere i pugni sul tavolo, alla volontà delle istituzioni comunitarie? Che i critici si mettano d'accordo tra loro: abbiamo ucciso l'unione bancaria o ne siamo succubi? ".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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