Parte l'auto elettrica. Italia in trincea: "La partita non è chiusa"

Urso: "Grazie a noi il motore endotermico è salvo. Nel 2026 si vedrà per i bio-carburanti"

Parte l'auto elettrica. Italia in trincea: "La partita non è chiusa"

La transizione energetica automotive fa un altro passo avanti, ma non come avrebbe voluto sin dall'inizio la Commissione Ue. La Germania ha infatti imposto l'inclusione nei piani, al fianco del «tutto elettrico», anche i carburanti sintetici, a dispetto dell'Italia che puntava a una convivenza con i biocarburanti. Ma Berlino ha vinto il braccio di ferro, dopo essersi servita dell'Italia per rovesciare il progetto iniziale del vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans. Ecco, allora, che dal 2035 ci sarà lo stop alle immatricolazioni di auto e furgoni endotermici a meno che non siano alimentati da e-fuels, carburanti che richiedono un processo chimico complesso, dispendioso di acqua e anche costoso. Ma per Bruxelles va bene così.

La Commissione Ue, da parte sua, non intende presentare alcuna proposta per includere i biocarburanti (prevarrebbe, infatti, la convinzione che non siano a emissioni nette zero sebbene la questione sia controversa), ma il governo italiano confida ancora in un recupero. Il fatto di aver deciso sul filo di lana di astenersi sul regolamento, insieme a Romania e Bulgaria, invece di votare contro (la Polonia), riflette solo il tentativo di lenire la ferita dell'isolamento in sede di Consiglio Ue.

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ricorda intanto al governo tedesco che «solo grazie al nostro Paese è stato possibile riaprire nell'Ue un dialogo non ideologico sulla neutralità tecnologica, quando sembrava tutto scontato». E che «l'Italia, attraverso il proprio approccio pragmatico, ha imposto la riapertura della trattativa che ha consentito di raggiungere un primo significativo obiettivo, con la previsione di contemplare l'e-fuel tra i carburanti ammessi; il motore endotermico, è questa è una certezza, dunque, sopravviverà accanto a quello elettrico anche dopo il 2035». Da qui, secondo Urso, la possibilità di programmare gli investimenti delle imprese, in quanto «l'endotermico è il traino dell'intera filiera automotive italiana, asse portante della nostra industria che ci rende leader del settore: basti pensare che l'Italia è il primo esportatore per componentistica in Germania».

A questo punto, se la scienza dimostrerà l'impatto zero dei bio-fuels, quando nel 2026 si attiverà la programmata clausola di revisione, «potremo valutare - aggiunge Urso - con maggiore consapevolezza i progressi compiuti in tal senso.

A Bruxelles, ieri, era presente Gilberto Pichetto, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, sulla stessa lunghezza d'onda del collega Urso.

«Noi siamo produttori di biocarburanti - il commento di Pichetto - e abbiamo ottenuto il fatto che si possa, prima della verifica del 2026, aprire una discussione per provare che il bilanciamento delle emissioni di carbonio, nel momento della loro produzione e di captazione della CO2, possa compensare le emissioni prodotte nel momento del loro utilizzo».

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