È ormai sicuro che il governo guidato da Mario Draghi attuerà una riforma delle pensioni. È ancora presto, però, per conoscere quali potrebbero essere le novità apportate dall’esecutivo. Sul tavolo ci sarebbe un’opzione precisa: addio a Quota 100, provvedimento tanto caro alla Lega che prevede il raggiungimento di almeno 62 anni di età anagrafica ed un’anzianità contributiva pari ad almeno 38 anni, e possibile introduzione di Quota 102.
Una soluzione rivista e corretta, come ha evidenziato Wall Street Italia, dell’anticipo pensionistico introdotto dal primo governo a guida Conte che prevede l’anticipo pensionistico a fronte di 38 anni di contributi versati e 64 anni di età. In sostanza, si tratterebbe di uno slittamento anagrafico di 2 anni rispetto a Quota 100.
La riforma riguarderebbe circa 150mila persone ogni anno. Gli interessati andrebbero ad aggiungersi alle 350mila che già regolarmente vanno in pensione. Ovviamente la riforma ha un costo. E neanche tanto piccolo. Si stima, infatti, che per attuare Quota 102 servano oltre 8 miliardi di euro. La cifra, però, diminuirebbe nei prossimi anni.
Sulla carta, è bene sottolinearlo, non c’è nulla di definitivo. Ma di questa soluzione pare che si stia discutendo con un certo interesse. Per Alberto Brambilla di Itinerari Previdenziali si tratterebbe di un pensionamento flessibile che permetterebbe di uscire dal mondo del lavoro "a 64 anni di età anagrafica (indicizzata alla aspettativa di vita) e 38 anni di contributi di cui non più di 2 anni figurativi (esclusi dal computo maternità, servizio militare, riscatti volontari)". Lo stesso Brambilla spiega anche che “la pensione anticipata dovrebbe essere resa stabile con 42 anni e 10 mesi per gli uomini, un anno in meno perle donne”.
Per accedere alla pensione in anticipo con Quota 102 potrebbe essere previsto un massimo di 2 anni di contributi figurativi utilizzabili. In questo caso verrebbero esclusi dal conteggio dei contributi figurativi quelli derivanti da maternità, servizio militare e riscatti volontari. Per le donne, inoltre, potrebbe essere previsto uno sconto di 8 mesi per ogni figlio avuto fino ad un massimo di 24 mesi.
Altre agevolazioni potrebbero riguardare i caregiver, coloro cioè che assistono familiari non autosufficienti. Per queste persone si potrebbe scontare un anno sui requisiti per chi assiste da almeno 5 anni un familiare con handicap grave.
Ipotesi di facilitazioni anche per i cosiddetti lavoratori precoci: questi ultimi vedrebbero maggiorare del 25% gli anni di lavoro prestati tra i 17 ed i 19 anni. Al momento si tratta solo di indiscrezioni. Per qualcosa di più concreto bisognerà aspettare ancora qualche settimana.
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