Addio a sorpresa in casa Pirelli. L'amministratore delegato designato, Giorgio Bruno, ha comunicato la sua indisponibilità a prendere le redini del gruppo degli pneumatici. «Dopo aver collaborato per tanti anni a guidare lo sviluppo del Gruppo Pirelli», ha dichiarato lo stesso Bruno, «ho deciso d'intraprendere un mio percorso imprenditoriale che assorbirà in futuro le mie energie professionali». Al suo posto, Camfin ha indicato Andrea Casaluci per il ruolo di ceo e, come previsto, Marco Tronchetti Provera come vice presidente esecutivo.
Tornando, però, a Bruno, il suo nome era stato scelto (e la cosa era nota da tempo) dallo stesso Tronchetti per succedergli alla carica di ad, dopo essere stato il suo braccio destro per 30 anni e aver ricoperto il ruolo di vice. Sorprende, tuttavia, che questa rinuncia sia arrivata proprio alcuni giorni dopo l'esercizio del golden power da parte del governo Meloni, che ha assegnato un posto in più in cda a Camfin - i soci italiani che fanno capo a Tronchetti - e istituito una maggioranza qualificata dei 4/5 per le decisioni più strategiche, ridimensionando di molto il raggio d'azione dei cinesi di Sinochem (che hanno il 37% del capitale). Inoltre, l'esecutivo ha garantito anche in chiave futura a Camfin (che ha in mano il 14,1% di Pirelli) di continuare a indicare le cariche di vertice dell'azienda, amministratore delegato incluso.
Il titolo in Borsa è sceso sulla notizia, anticipata da Bloomberg, fino al 2,3% andandosi a posizionare in fondo al Ftse Mib, per poi risalire fino a -1,75% a 4,49 euro. In ambienti finanziari, probabilmente, si è interpretata la mossa come figlia di una situazione di tensione da post golden power, con Bruno che non se l'è sentita di fare l'amministratore delegato in una potenziale situazione conflittuale con i soci cinesi di Sinochem. Niente di tutto questo, assicurano però fonti vicine alla Bicocca. La decisione è arrivata ieri perchè in corrispondenza con il cda, che ha deliberato la convocazione dell'assemblea degli azionisti per il 31 luglio. La rinuncia di Bruno, quindi, sarebbe stata una scelta già presa e un atto da formalizzare in vista della presentazione delle liste per il rinnovo del consiglio. E che, in ogni caso, anche se fosse arrivata prima del golden power non avrebbe messo l'azienda nelle mani dei cinesi: il patto parasociale, infatti, prevedeva già prima dell'intervento del governo che «al consiglio di amministrazione di Pirelli continueranno a essere riservati, su proposta del vice presidente esecutivo di Pirelli (Tronchetti, ndr), la nomina e la revoca dall'ufficio dei dirigenti con responsabilità strategica».
Inoltre, a prima vista, le dichiarazioni di Tronchetti sembrano tradire irritazione: «Alla luce della sua ferma decisione di intraprendere un nuovo percorso imprenditoriale», specifica il ceo uscente di Pirelli, «formulo al dottor Bruno i miei auguri più sentiti per le nuove sfide che affronterà e che ci vedranno ancora collaborare».
Il nuovo timoniere designato Casaluci ha 50 anni, dal 2018 ricopre la carica di direttore generale operations di Pirelli.
Proprio lui una paio di settimane fa aveva accompagnato Tronchetti all'audizione davanti alla Commissione governativa sul golden power. Il futuro ad del gruppo ha lavorato per un paio d'anni in Cina, dal 2015 al 2017, ricoprendo il ruolo di direttore operativo dell'area Asia e Pacifico.
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