L'idea sarebbe quella di un'offerta pubblica su Tim o comunque di un acquisto coordinato da Cassa depositi e prestiti per poi vendere quasi tutto tranne la rete, che rimarrebbe in mano pubblica. Il tutto con un'operazione che ridurrebbe drasticamente il debito della società. È quanto da tempo trapela sul progetto di Fratelli d'Italia una volta che il centrodestra dovesse andare al governo.
Ma secondo gli operatori di Piazza Affari è bastato che l'ipotesi venisse rilanciata dall'agenzia Bloomberg per fare scattare il titolo del gruppo tlc in Borsa, dove ha chiuso in aumento del 6% a 0,24 euro. Il rialzo massimo di seduta è stato del 9%, con una sospensione in asta di volatilità, tra scambi abbastanza rilevanti per il periodo di pieno agosto: nell'ultima giornata della settimana sono passati di mano 200 milioni di pezzi, contro i 79 della vigilia, ed è chiaro che basta poco per far scattare gli acquisti su un titolo che si trova non lontano dai minimi storici del 26 luglio scorso, quando passava di mano appena sopra quota 0,2 euro.
Secondo gli analisti è anche evidente che chi pensa di vincere le elezioni non voglia far compiere troppi passi all'attuale piano sulla rete, che prevede invece la vendita della cruciale infrastruttura, anche in questo caso con un coinvolgimento diretto di Cdp, ma insieme a Open fiber e ai fondi, a partire da Kkr.
Il maggiore azionista di Tim, cioè i francesi di Vivendi, non sono convinti dalle attuali ipotetiche valutazioni dell'asset e puntano a un prezzo attorno ai 30 miliardi. Con tempi comunque non lunghissimi e un percorso che si sarebbe dovuto concludere con un'assemblea della società non oltre la fine dell'anno. Ma sono arrivate le elezioni anticipate e quanto già si voleva evitare da parte del partito che potrebbe esprimere la premier è diventato ora ancora più urgente. «Il progetto è nelle mani di Giorgia Meloni che deciderà se, come e quando divulgarlo», afferma Alessio Butti (foto), deputato e responsabile Dipartimento tlc di Fratelli d'Italia.
«Siamo stati i primi e gli unici a sostenere l'esigenza di creare una rete unica, pubblica e 'wholesale only'», spiegava Butti dopo le prime voci sulla questione, «e siamo totalmente contrari al piano attuale di Cdp-Tim così come concepito: serve un nuovo piano completamente diverso che mantenga l'integrità della rete».
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