Introdotto con uno scopo, vale a dire quello di divenire parte integrante di un sistema creato essenzialmente per favorire l'inserimento nel mondo del lavoro, e con dei paletti da rispettare, il reddito di cittadinanza è oramai divenuto una vera e propria misura strutturale senza sbocchi.
"È una riforma complessa, perché è fondata su un patto di lavoro, un patto di formazione e un meccanismo di inclusione sociale", dichiarava l'allora presidente del consiglio Giuseppe Conte al momento dell'introduzione della manovra fortemente voluta dal Movimento CinqueStelle. I percettori avrebbero potuto usufruire dell'assegno per 18 mesi, nel corso dei quali sarebbero stati presi in carico dai cosiddetti "navigator" e inseriti nel mondo del lavoro. In caso di esito negativo della ricerca la proroga di ulteriori 18 mesi del reddito (per un periodo totale quindi di 3 anni) sarebbe dovuta risultare sufficiente, almeno nelle intenzioni dichiarate dai sostenitori della manovra, per superare una fase di difficoltà economica con l'appoggio dello Stato.
Le cose sono poi evolute in modo differente, dato che, come rivelato dall'Inps in uno specifico report, il 70% delle famiglie beneficiarie del Rdc nel 2019 lo era ancora a fine 2021. Non solo, dato che, alla scadenza dei 18 mesi, stanno iniziando ad arrivare le prime domande per una seconda proroga. In effetti non esiste alcun limite cronologico, a parte quello semplicemente auspicato di 3 anni da parte dei sostenitori della misura. La legge non fissa alcun paletto, dato che è sufficiente rientrare nei requisiti economici richiesti e non percepire l'assegno per un mese. I primi percettori (coloro che hanno incassato il primo assegno nell'aprile del 2019) hanno affrontato lo stop previsto nel mese di ottobre del 2020. Nel maggio del 2022 si colloca invece il secondo stop, pertanto è presumibile che a breve le richieste di rinnovo per ulteriori 18 mesi (fino a novembre 2023) inizino a moltiplicarsi: nel quarto trimestre del 2020 si arrivò alla ragguardevole cifra di 784mila domande (contro una media trimestrale, riportata da Inps, di 200mila).
Il consistente e costante numero di beneficiari del reddito di cittadinanza non sorprende il ministero del Lavoro, secondo cui "è altissima la percentuale di coloro che hanno abbandonato precocemente gli studi (6% senza titolo, 14% licenza elementare, 51% licenza media)". Persone problematiche da inserire nel mondo del lavoro, quindi.
"Su 100 soggetti beneficiari del Rdc, quelli 'teoricamente occupabili' sono poco meno di 60", spiega invece Inps."Di questi: 15 non sono mai stati occupati, 25 lo sono stati in passato, e meno di 20 sono 'ready to work' (hanno posizione contributiva recente, in molti casi Naspi e part-time)".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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