Tasse? Impossibile incassarle. Ecco quali possono "saltare"

Almeno 400 miliardi di imposte potrebbero non arrivare mai nelle casse dell'Erario. E così si fa strada l'ipotesi "condono"

Tasse? Impossibile incassarle. Ecco quali possono "saltare"

L’interno Parlamento è alla ricerca di una giusta ricetta per varare una maxi riforma fiscale. I tempi sembrano maturi per dare un vestito tutto nuovo a un sistema tributario vecchio di quasi 50 anni. Lo stralcio delle tasse non più esigibili dallo Stato ne costituirà, probabilmente, una parte importante. Si tratta della cancellazione di una quota dei vecchi debiti degli italiani con il fisco. Un nuovo stralcio delle cartelle esattoriali dopo quello che, negli anni scorsi, ha portato all'eliminazione dei debiti inferiori a mille euro. Ma questa volta il progetto potrebbe essere più ambizioso. Sul tavolo c’è una somma di denaro che può avvicinarsi ai 400 miliardi.

Lo ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Ruffini. Secondo le Entrate ci sono 954 miliardi di euro di tasse ancora da riscuotere. Il 40% di queste, circa 400 miliardi di euro, sono ormai da considerare non più incassabili. Ci sono 153 miliardi dovuti da soggetti falliti, quasi 119 miliardi che andrebbero chiesti a persone decedute, 109 miliardi di crediti verso nullatenenti. Per Ruffini tenere questi crediti inesigibili ha un costo. Meglio sarebbe, insomma, cancellarli e ripulire il bilancio pubblico da questi rifiuti tributari. Ma c’è un nodo da sciogliere su questo punto: per farlo sarebbe necessario trovare delle coperture.

Una delle strade percorribili è quella di un qualche tipo di sanatoria sulla parte di crediti non del tutto inesigibili. Però in questo caso è parte della politica a mettersi di traverso. Il termine condono è per molti uno spettro. Un’entità da tempo bandita dal Palazzo. Questo sostantivo è stato via via sostituito negli anni da rottamazioni o emersioni volontarie. Bisognerà capire che forma potrà prendere questa nuova ipotetica pace fiscale. Poi c’è il decreto Rilancio che al suo interno prevede diverse novità in campo fiscale. Ce n’è una, in particolare, che lancia una sorta di salvagente nei confronti dei contribuenti che, scrive il Messaggero, pur avendo aderito alla rottamazione ter e al saldo e stralcio, non sono poi riusciti a pagare le rate in scadenza entro il 31 dicembre 2019.

Il dl Rilancio dà la possibilità di pagare il debito accedendo alla rateizzazione delle tasse. Quindi non ci saranno più sconti sulla cartella, ma almeno si potrà dilazionare il pagamento nel tempo. Chi invece è in regola può stare tranquillo. C’è tempo fino al 10 dicembre per versare le rate 2020 della rottamazione-ter e del saldo e stralcio, non pagate alle relative scadenze.

Altra data centrale è il 31 agosto: fino ad allora sono sospesi i termini per i versamenti derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi

di accertamento affidati all’Agente della riscossione in scadenza dall’8 marzo. I versamenti sospesi dovranno essere effettuati entro il 30 settembre. Resta invece fissata al 16 giugno la prima rata Imu.

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