Il riassetto in casa Saipem potrebbe valere 4 miliardi. La manovra allo studio di banche e soci inizia a prendere forma (aspettando i numeri ufficiali del bilancio 2021) e, secondo indiscrezioni diffuse da Bloomberg, potrebbe costare più cara del previsto. A pesare sul conto finale sarebbe il maxi rosso: le ultime stime degli analisti parlano di circa 2,3-2,4 miliardi.
Ma come si arriva a un conto di 4 miliardi? La cifra comprenderebbe un maxi aumento di capitale di 2 miliardi (le stime delle scorse settimane di erano fermate a 1-1,5 miliardi); la rinegoziazione da 1 miliardo della linea di credito revolving sottoscritta dalle banche, che potrebbe andare in parte a rimborsare le obbligazioni in scadenza ad aprile. Mentre un altro miliardo di euro arriverebbe dai potenziali ricavi per la cessione degli asset di perforazione (divisione drilling). Un iter quest'ultimo tutto da iniziare.
Un fardello per i soci Eni (ha una quota del 30,5%) e Cdp (12,5%) che si troverebbero in questa ipotesi a sborsare rispettivamente 600 milioni e 250 milioni. Se poi consideriamo che Eni a sua volta per il 30% è sotto il controllo statale (tramite il Tesoro e Cdp), l'impegno per le casse pubbliche salirebbe a 430 milioni di euro. Va comunque sottolineato che prima dei conti è prematuro quantificare con certezza la manovra. Saipem, che il 31 gennaio ha lanciato il suo terzo profit warning indicando in 1 miliardo i mancati ricavi, non ha commentato le indiscrezioni. Sembra dunque che il miliardo ipotizzato finora sia più il risultato delle valutazioni dell'advisor Rotschild che una vera disponibilità manifestata dalle banche che, a quanto si apprende, sono ferme a quando erano state preallertate dal gruppo guidato da Francesco Caio (nella foto) prima di comunicare a fine gennaio il rosso 2021.
Quanto ai soci, al di là delle cifre che sono in continua evoluzione, si stanno concentrando su una strategia di rilancio credibile. In particolare, viene posta l'attenzione sulla riduzione dei costi e sulla concentrazione nelle attività che costituiscono il vero punto di forza del gruppo.
L'interesse dei soci Eni e Cdp è soprattutto quello di proteggere l'investimento che hanno fatto in Saipem in un'ottica di lungo periodo. L'idea sarebbe quindi quella di guardare con una prospettiva un po' diversa l'impegno nella transizione energetica. Proprio dai campi eolici nel Mare del Nord sono giunti i problemi che hanno portato al rosso che il gruppo si prepara ad annunciare, anche se comunque il ricorso alle rinnovabili è la grande sfida di Saipem come degli altri gruppi del mondo energy.
Il fatto che il riassetto sia entrato nel vivo ha acceso il titolo a Piazza Affari. Le azioni hanno corso per tutta la giornata chiudendo poi a 1,16 euro (+1,09%): la performance a un mese resta però in profondo rosso a -41,66 per cento.
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