Sale il costo dei mutui: cosa ci aspetta in futuro (e cosa fare)

Le politiche monetarie della Bce e l'inflazione spingono verso l'alto il costo dei mutui. Il futuro si divide tra il cauto ottimismo e le incognite. Cosa c’è da sapere

Sale il costo dei mutui: cosa ci aspetta in futuro (e cosa fare)

A luglio l’inflazione si è assestata al 7,9% su base annua, poco al di sotto dell’8% registrato a giugno. L’aumento generale dei prezzi non risparmia per forza di cose il costo dei mutui, spinti verso l’alto anche dalla politica monetaria della Banca centrale europea (Bce) che lo scorso 21 luglio ha aumentato i tassi direttori dello 0,5%. Le ricadute sui mutui sono già misurabili e per il prossimo futuro è difficile fare previsioni attendibili.

Uno sguardo al costo dei mutui

Siamo nella scia di un effetto a cascata. L’aspettativa di inflazione e l’inflazione in sé hanno un impatto sull’indice Eurirs che determina il tasso dei mutui fissi. L’aumento del costo del denaro attuato dalla Bce per frenare l’inflazione determina una crescita dell’Euribor il cui computo entra nella formula per il calcolo dei tassi dei mutui variabili.

Gli effetti si sono fatti sentire con diverse settimane di anticipo giacché, durante il mese di giugno, i prestiti erogati per l’acquisto di immobili sono saliti al 2,37% rispetto al 2,27% del mese di maggio del 2022 (entrambi i tassi includono il Taeg, ossia le spese accessorie del credito). I tassi variabili potrebbero superare il 2% ma, al momento attuale, diversi istituti di credito propongono tassi vicini all’1%. I dati rilevati dal report Banche e moneta, pubblicato il 9 agosto dalla Banca d’Italia, segnalano però aumenti di diverso ordine per altre tipologie di credito.

Il costo dei crediti

I capitali presi in prestito dai cittadini e, non destinati all’acquisto di immobili, a giugno costavano l’8,34%, in rialzo rispetto all’8,25% registrato a maggio.

I prestiti alle società non finanziarie a giugno costavano l’1,44% contro l’1,19% del mese precedente. Si tratta di valori medi, così come è medio il dato della remunerazione dei depositi, fermo allo 0,31% senza aumenti rispetto al tasso del mese di maggio. Alcuni istituti di credito concedono ai nuovi clienti tassi di interesse prossimi all’1,75%.

Il futuro dei tassi

L’Euribor, ovvero l’indice che determina il costo dei mutui a tasso variabile, è quello che più subisce l’influenza delle politiche della Bce. La differenza tra i tassi dei mutui fissi e i tassi di quelli variabili sarà sempre più sottile, anche se è poco serio fare previsioni più dettagliate. Durante i prossimi tre mesi è possibile che i tassi variabili superino il 2%, mentre i tassi fissi dovrebbero rimanere stabili. Condizionale d’obbligo, perché diventa un modello sempre più richiesto che nel 2022 ha raggiunto crescite del 30%, diventando quindi uno strumento sempre più richiesto dai cittadini.

Anche il mercato obbligazionario segue l’influsso dei tassi imposti dalla Bce. Di norma i rendimenti sono già in salita ed è più che probabile che proseguiranno a farlo.

Inutile lanciarsi in ulteriori previsioni, l’economia è una scienza sociale e ha bisogno di tempo

per leggere con chiarezza sia la direzione che sta prendendo sia come stanno reagendo gli attori che la animano. I dati relativi a periodi di tempo molto stretti non rappresentano indicazioni certe, ma soltanto indicative.

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