Il credito ai consumatori, ovvero quello che in gergo viene definito “il prestito bancario” sottostà a leggi e regole precise. È vero che si tende a chiedere un prestito quando non se ne può fare a meno, è vero anche che l’urgenza non è foriera di buoni consigli. Ci sono aspetti che vanno conosciuti per potere scegliere in modo consapevole, non cadere in tranelli e non cedere a offerte troppo allettanti.
Cos’è il credito ai consumatori
Il credito ai consumatori è un finanziamento orientato alle persone e alla loro vita privata. Può essere richiesto per l’acquisto di un elettrodomestico, un’automobile ma anche servizi come, per esempio, un corso di perfezionamento. Il taglio minimo è di 200 euro mentre l’importo massimo è 75mila euro e si può farne richiesta a una banca o a una finanziaria autorizzata. Di norma l’importo richiesto viene versato direttamente al fornitore del bene o del servizio, per esempio alla concessionaria presso la quale l’automobile viene acquistata.
Non è definito “credito ai consumatori” quello richiesto per ottenere denaro liquido che, di fatto, si chiama prestito non finalizzato.
Non è credito ai consumatori neppure quello richiesto da chi necessita di effettuare acquisti professionali, da chi vuole acquistare un terreno o un immobile o da chi necessita di cifre superiori ai 75mila euro. In questi casi occorre fare ricorso ad altre forme di finanziamento tra le quali, per esempio, leasing o mutui così come descritto nel Testo unico bancario.
Un’altra caratteristica che, secondo le norme vigenti, definisce il credito ai consumatori è il prezzo, ossia il tasso di interesse e i costi accessori.
Chi può richiedere il credito ai consumatori
Lo può chiedere chiunque ma, prima che venga erogato, il finanziatore effettua dei controlli tesi a verificare di potere rientrare della somma concessa. Per valutare la solidità e la capacità del cliente, vengono raccolte informazioni attingendo a diverse banche dati di tipo pubblico e privato per ricostruirne il profilo e sapere, per esempio, se ci sono stati nel suo passato richieste di finanziamenti non accordati o ritardi nel pagamento delle rate.
La richiesta va effettuata presso una banca o una finanziaria autorizzata. Molti venditori – per esempio le concessionarie di automobili - sono competenti nel completare le pratiche per la richiesta di credito per conto del cliente, così come sono in grado di fare le tante catene di intermediari del credito che sono distribuite sul territorio italiano.
Prima di aderire a un’offerta occorre controllare che il finanziatore sia autorizzato, ovvero sia iscritto all’elenco gestito dall’Organismo degli agenti e dei mediatori.
Alla richiesta occorre allegare della documentazione:
- Documento di identità e codice fiscale
- Busta paga e Certificazione unica (ex Cud) per i lavoratori dipendenti, la dichiarazione dei redditi per gli autonomi e liberi professionisti o, per chi ne ha diritto, la certificazione Inps (o il cedolino della pensione)
- Vanno anche segnalati eventuali altri finanziamenti in corso (aspetto che emergerebbe durante i controlli fatti da chi eroga il prestito)
Quanto costa
Il credito ai consumatori ha un costo, formato da interessi e altre spese. Tra queste figurano i costi per l’allestimento e la gestione della pratica. Non è raro che i finanziatori chiedano al cliente di sottoscrivere una polizza assicurativa per rientrare dell’importo erogato qualora fosse impossibilitato a farlo e, non da ultimo, si aggiungono al computo totale tasse e imposte.
Per valutare il costo totale del prestito vanno conosciuti, in primis, il Tan e il Taeg. Il Tan, ossia il Tasso annuo nominale è un tasso di interesse annuo espresso in percentuale che si applica all’importo erogato. Non comprende spese né commissioni ma non occorre farsi sviare dalle offerte – a prima vista appetitose – formulate da istituti di credito e finanziarie. Al Tan, che può essere fisso o variabile, si aggiunge il Taeg, Tasso annuo effettivo globale, che viene sempre espresso in termini percentuali annui e che rappresenta il costo totale del credito, inclusivo quindi di tasse e spese. Può accadere che, a fronte di un Tan prossimo allo zero, il Taeg sia mediamente elevato. Deve sempre essere messo in evidenza nei messaggi pubblicitari e nella documentazione data al cliente, affinché ne possa prendere visione prima di firmare il contratto per l’erogazione del credito.
Il Taeg può variare a seconda della durata e dell’importo del prestito, a seconda del Tan e anche a seconda delle spese che l’operazione di credito comporta.
Un esempio
Un credito di 5.000 euro rimborsabile in dodici rate con un Tan nullo (0%) e un Taeg del 12% costerebbe 444,24 euro al mese, che coincidono con un rimborso totale di 5.330,93 euro, quindi 331 euro circa in più dell’importo erogato. Il calcolo è eseguito secondo i principi dell’interesse composto, ossia sull’importo rimanente da saldare mese dopo mese. Dopo avere rimborsato almeno una rata, gli interessi non si calcolano più sull’importo erogato ma sul residuo. L’importo che abbiamo calcolato non tiene conto dei costi di imposta sostitutiva (25 euro) e degli estratti conto per i quali l’istituto di credito può esigere un contributo (di norma 2 o 3 euro).
Vale sempre la pena valutare il Taeg, che è il reale tasso di riferimento totale del prestito.
Un Tan pari a zero non è sinonimo di costo basso del credito. I tassi di interesse per il credito personale non possono superare il 15,9125%. Oltre tale soglia si sconfina nell’usura, così come peraltro ribadito dalla Banca d’Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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