Salvini: "No a diktat sull'auto". L'Ue verso una mediazione

La Commissione: "Pronti a trovare una soluzione per la svolta elettrica". Il nodo dei carburanti puliti

Salvini: "No a diktat sull'auto". L'Ue verso una mediazione

«A oggi nessuna decisione è stata ancora presa»: il commissario all'Industria Thierry Breton lascia uno spiraglio aperto a un dietrofont europeo sullo stop ai motori endotermici nel 2035 nel giorno in cui a Strasburgo avviene la riunione dei ministri dei Trasporti Ue contrari alla misura.

Molto più netta la posizione italiana come spiegato dal vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini che, intervenendo alla riunione, ha affermato senza giri di parole: «Il governo italiano è fortemente contrario al regolamento su Euro 7. Aggiungo la posizione contraria anche al dossier CO2 per veicoli leggeri e pesanti, a meno che non rientrino i biocarburanti e i sintetici e-fuel». Salvini ha poi specificato: «Evviva la transizione ecologica e ambientale ma accompagnata, incentivata, spiegata, non imposta per legge da Bruxelles sulla testa e sul portafoglio degli italiani dalla sera alla mattina». L'Italia aveva già annunciato nelle settimane passate la sua contrarietà al regolamento dopo che Polonia e Bulgaria avevano fatto altrettanto anche alla luce dei dubbi della Germania. Alla riunione a Strasburgo hanno partecipato, oltre all'Italia, i ministri di Repubblica Ceca, Polonia, Germania, Ungheria, Romania, Slovacchia, Portogallo. Secondo Salvini si è trattato di un «incontro importante, con otto governi europei per dire no alla messa al bando delle auto a benzina e diesel». «Solo elettrico - ha proseguito - significa fare un regalo alla Cina, licenziare in Italia, licenziare in Europa, non aiutare l'ambiente. La transizione ecologica è fondamentale però non va avanti a colpi di multe, di divieti, di obblighi, di penalizzazioni e di tasse».

«È stato un primo incontro contro gli standard Euro 7 che riteniamo irrealistici e che vorremmo poter modificare nei prossimi mesi», ha sottolineato il ministro ceco Martin Kupka aggiungendo: «Lo riteniamo anche dannoso per l'ambiente perché con l'aumento dei costi delle auto non favorirà l'aggiornamento delle flotte. Meno persone potranno permettersi di cambiare auto». Nonostante la Commissione Ue non abbia partecipato alla riunione, si registrano le prime aperture: «Siamo pronti a dare chiarimenti alle preoccupazioni espresse dai paesi membri, con i quali siamo impegnati in una collaborazione stretta e costruttiva per trovare la soluzione». Un'ipotesi sul tavolo è una dichiarazione che apra la strada alla possibilità di non proibire nuove auto e furgoni a benzina e diesel dal 2035 purché siano alimentati da carburanti puliti (e-fuel e biocarburanti). C'è un problema: il regolamento ha già avuto l'ok dal Parlamento europeo e manca solo il voto finale del Consiglio per l'adozione, perciò una dichiarazione politica o un impegno della Commissione non costituisce un risultato legalmente certo.

Intanto anche l'Austria prende posizione schierandosi con Italia e Germania e il cancelliere Karl Nehammer afferma: «Se i leader dell'Ue dovessero votare sul divieto dei motori a combustione interna, anch'io mi pronuncerò contro».

La partita sul futuro delle automobili diesel e benzina ormai data per persa, è tutt'altro che chiusa e, complice la posizione del governo italiano e l'asse con la Germania, si potrebbe fermare la nuova misura ideologica europea sul green.

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