Snam punta 23 miliardi sulla transizione energetica nel segno dell'idrogeno. Presentando il piano al 2025, con obiettivi a tendere sul 2030, l'ad Marco Alverà ha annunciato importanti novità tra cui la creazione della prima dorsale italiana a idrogeno, la quotazione di De Nora e lo sviluppo del business degli stoccaggi con Stogit, pronta a diventare «leader di settore in Europa». Obiettivo: trasformare Snam nel leader globale delle infrastrutture energetiche green e l'Italia in un vero e proprio hub dell'idrogeno.
D'altra parte, Snam pensa che l'idrogeno possa coprire quasi un quarto di tutta la domanda energetica in Italia entro il 2050. Nel più breve termine, la miscelazione di gas e idrogeno nella rete di distribuzione (fino al 10-20%) per il riscaldamento domestico potrebbe costituire un segmento di sviluppo. A detta di Alverà, entro il 2030 l'idrogeno verde ad oggi molto caro potrebbe diventare, inoltre più conveniente del carbone.
La società concentrerà, dunque, 8,1 miliardi di investimenti al 2025 e i restanti 15 miliardi al 2030. Il focus è sulle reti: 12 miliardi andranno al trasporto di gas naturale e metano, gli altri 3 invece sono dedicati al trasporto dell'idrogeno, per favorire le esportazioni verso il Nord Europa. Obiettivo su cui converge anche l'accordo di due giorni fa con Eni per l'acquisizione del 49,9% in Ttpc e Tmpc, che gestiscono i gasdotti che collegano l'Algeria all'Italia tramite la Tunisia. «È un investimento che oggi si valorizza sulla base dei flussi di gas che arrivano dal Nord Africa e un domani sarà valorizzato con l'idrogeno», ha detto Alverà.
ll progetto, infatti, si inserisce in una visione più ampia per la creazione di una dorsale dell'idrogeno, che da Mazzara del Vallo sino a Tarvisio collegherà il Nord Africa ai punti di maggiore domanda in Europa, attraverso il Mediterraneo, facendo dell'Italia un vero e proprio hub dell'idrogeno. «Gli investimenti partono dal 2025 e si completeranno, entro il 2030» ha spiegato l'ad di Snam.
Un altro importante pilastro del piano riguarda lo stoccaggio, a cui Snam dedicherà al 2030 fino a 5 miliardi di euro, di cui 3 per il gas naturale e il biometano e 2 miliardi in nuovo stoccaggio di energia, inclusi l'idrogeno, l'anidride carbonica, il gas naturale e il biometano. Tra questi progetti è incluso il recente accordo per l'acquisizione di una quota di minoranza nel capitale di dCarbonX, per sviluppare soluzioni di stoccaggio di idrogeno e anidride carbonica in Irlanda e nel Regno Unito. Snam ha inoltre firmato un protocollo d'intesa per iniziative di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica in Francia.
Come Eni ed Enel, anche Snam quoterà un'eccellenza di casa: il gruppo De Nora. «Pensiamo sia un'ottima occasione per cristallizzare il valore di questa azienda, che è ancora sottostimato e ha davvero un'enorme potenzialità di sviluppo e di crescita» ha sottolineato l'ad ricordando che Snan ha il 36% della società che sviluppa tecnologie per l'idrogeno e l'acqua.
Il piano, accolto positivamente dal mercato (+1,05% a
5 euro il titolo in Borsa), sarà caratterizzato da un dividendo «di fascia alta per il settore», ha concluso Alverà: Snam prevede un incremento al 5% del dividendo per azione fino al 2022 e al 2,5% negli anni successivi.
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