Stretta sul Patto di Stabilità. La Ue spinge per la linea dura

Il vice presidente Dombrovskis: "Prima convergenza, ma il diavolo è nei dettagli". Focus su verde e debito

Stretta sul Patto di Stabilità. La Ue spinge per la linea dura

Un 2023 con un «nuovo patto», ma con il freno a mano tirato. ll Patto di Stabilità può cambiare e la Commissione Ue presenterà una serie di proposte a ottobre. Ma con un monito: la sostenibilità e la riduzione del debito degli Stati devono restare una priorità. È questo il messaggio lanciato ieri dal vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis dopo l'Ecofin di Praga. Da ricordare che secondo il Patto di Stabilità il debito pubblico deve essere inferiore al 60% del Pil e il disavanzo pubblico sotto il 3 per cento. E quanto al nostro Paese, la Banca d'Italia ha comunicato che a giugno il debito pubblico ha toccato il nuovo massimo storico a 2.766 miliardi.

Sulla riforma del patto c'è una «convergenza piuttosto ampia» sugli obiettivi, ma ora la discussione dovrà farsi più circostanziata e «il diavolo è nei dettagli», ha spiegato Dombrovskis. Tra i Paesi membri ci sono diverse sensibilità, alcuni enfatizzano di più l'aspetto della sostenibilità del debito, altri sottolineano maggiormente la necessità di più flessibilità e spazio di manovra per gli Stati membri. Quanto ai tempi, secondo Dombrovskis «è fattibile» avere le nuove regole in vigore prima che venga disattivata la clausola generale di salvaguardia, attivata nella primavera del 2020, che sospende l'applicazione delle regole, «ma dipende da come il consenso emergerà tra gli Stati membri». Tra gli altri obiettivi prioritari della Commissione, ha aggiunto, «c'è l'attenzione agli investimenti, in particolare quelli legati alla transizione verde e alla difesa».

Guardando all'Italia e all'imminente appuntamento elettorale, il vicepresidente della Commissione - di fronte alla probabile vittoria del centrodestra con Giorgia Meloni possibile premier - non si è scomposto, affermando che Bruxelles «continuerà a lavorare con Roma come ha sempre fatto».

L'Italia è uno dei tanti Paesi membri appesantiti dal debito durante la pandemia e per colpa della crisi energetica conseguente al conflitto russo-ucraino. Dopo la fumata nera sul price cap al prezzo del gas russo, ieri la Commissione Ue ha provato a rassicurare i mercati su questo fronte: «Stiamo preparando il pacchetto sull'energia per affrontare i prezzi alle stelle e portare sollievo agli europei», ha detto la presidente Ursula von der Leyen, in un thread su Twitter in cui non viene mai menzionato esplicitamente il price cap sul gas. Von der Leyen dice che si è «discussa la questione del costo sul gas» e che è stato «rivisto il lavoro sugli aiuti di Stato, il level playing field (la parità di condizioni per competere, ndr), il sostegno alle pmi».

Il lavoro, in vista del collegio di martedì a Strasburgo, si focalizza sulla «riduzione intelligente della domanda», sui «contributi del settore energetico al sostegno di imprese e famiglie vulnerabili», sul «sostegno alla liquidità delle utilities» e sulla spinta per accelerare RePowerEu. Sui prezzi del gas, la presidente spiega che il lavoro continua: «L'obiettivo è assicurare prezzi più bassi in Europa, garantendo la sicurezza delle forniture».

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